Quando i “Diritti dell’Uomo” Soppiantano i “Diritti di Dio” [1]

Pubblicato il 26 aprile 2017 di doncurzionitoglia

La politica moderna contro quella classica e scolastica

Prima parte

Il regalismo mette il re al posto di Dio

L’assolutismo dei re già nel secolo XVI – alla scuola di Occam, Marsilio da Padova e Machiavelli – metteva Cesare sopra Dio, la corona sopra la tiara, il re sopra il Papa.

I re, abusando del potere che veniva loro da Dio tramite il suo Vicario in terra (il Papa), si credettero padroni assoluti e sciolti da ogni dipendenza dalla Chiesa, dal Papa e da Dio.

La democrazia moderna mette il popolo al posto dei re

Il filosofismo illuminista (moderato in Inghilterra e radicale in Francia) aggravò il male dell’assolutismo regalista e gli scavò la fossa, aprendo le porte all’assolutismo democratico o parlamentarista, in cui al re assoluto veniva sostituito il popolo sovrano-assoluto e il parlamento suo rappresentante.

Si passò così dalle monarchie assolute e “illuminate” del Cinquecento e Seicento alle rivoluzioni repubblicane e democraticistiche della fine del Seicento (in Inghilterra) e della fine del Settecento (in Francia), che tagliarono la testa ai re e posero al loro posto il popolo e il parlamento sovrani.

Dio ha punito il regalismo usurpatore dei diritti della Chiesa e del suo Vicario in terra con la rivoluzione regicida. Come la monarchia aveva “ucciso” il Papa così la democrazia moderna rousseauiana uccise i re. “Chi tocca il Papa muore” recita l’adagio.

I “Diritti dell’uomo” prendono il posto dei “Diritti di Dio”

Con Rousseau (“né Dio, né padrone”) si opposero ai diritti assoluti dei re i diritti dell’uomo, cui solo spetta la sovranità. Quando l’anima di Adamo si rivoltò nell’Eden contro Dio il suo corpo si rivoltò contro la sua anima e Adamo perse il paradiso terrestre. Quando il re si rivoltò contro “il dolce Cristo in terra”, il popolo si rivoltò contro il monarca e gli disse: “fatti in là, ci vo’ star io”.

L’epoca moderna inizia con la ribellione dei re alla Chiesa, prosegue con la rivoluzione della borghesia ai re e finisce con la dittatura del proletariato, che mossa dall’odio di classe impicca i borghesi e installa l’egualitarismo assoluto di una “società senza classi”. Il comunismo è il figlio parricida del liberalismo borghese e illuminista, come questo era stato il figlio regicida del regalismo assolutista, che aveva gridato come i farisei: “nolumus hunc regnare super nos / non vogliamo che Costui regni su di noi”. “Ad ogni azione corrisponde una reazione eguale e contraria”. “Chi di spada ferisce di spada perisce”.

La modernità è caratterizzata dall’assurdo principio secondo cui la volontà del popolo e della maggioranza è l’unica legge, che soppianta quella di Dio. Dietro a questo sconvolgimento universale si cela la setta per antonomasia e la madre di ogni altra setta: la massoneria, che odia Dio e adora l’uomo e lucifero.

Le tre forme di governo

Attenzione! sarebbe erroneo identificare la monarchia con il dispotismo. Infatti solo il regalismo o la degenerazione della monarchia in assolutismo è dispotismo, la sana monarchia in sé è la miglior forma di governo, come insegnano Aristotele e S. Tommaso d’Aquino, ma se essa degenera diventa tirannia di uno solo ed allora si trasforma nella peggiore forma di governo. Data la corruzione della natura umana, dopo il peccato originale, è bene che la monarchia sia temperata dall’aristocrazia, che è il governo dei migliori, i quali aiutano con i loro consigli il re a ben governare. La repubblica o politeia detta anche “polizia” (chiamata oggi democrazia classica) è il governo dei magistrati o dei militari difensori della Patria dai nemici esterni e interni, ossia del popolo non come massa, ma comesanior pars societatis. Le tre forme di governo (monarchia, aristocrazia, “polizia”) sono in sé buone e possono diventare cattive se fanno delle leggi difformi da quella naturale e divina. Per esempio la repubblica equadoregna di Garcia Moreno, che legiferava conformemente al diritto naturale e divino, è stato un governo migliore di molte monarchie, che hanno legiferato difformemente da esso.

Purtroppo i liberali son riusciti a confondere il linguaggio e le idee (espresse da esso) ed hanno fatto passare la repubblica o la “democrazia” (che per Aristotele e S. Tommaso è la degenerazione della politeia o “polizia”) come l’unica forma legittima di governo ed hanno screditato la monarchia e l’aristocrazia come intrinsecamente malvagie.

La libertà è un mezzo e non un fine assoluto

Il criterio della modernità in materia di filosofia politica è che la libertà è un fine, anzi il Fine ultimoe non “un mezzo per fare il bene ed evitare il male” (Aristotele e S. Tommaso). Quindi occorre dare ogni libertà (anche per l’errore e per il vizio) ai sistemi politici sotto pena che diventino dispotici e tirannici. Nulla di più falso e contrario al buon senso e alla retta ragione.

Rousseau è il predicatore del “vangelo” dei diritti dell’uomo, che soppiantano quelli di Dio e stanno alla base dei sistemi politici del mondo moderno. Il popolo è sovrano, non Dio. Come si vede l’assolutismo strappato ai re (regalismo assoluto) è passato al popolo grazie alla democrazia moderna, in cui il volere della maggioranza del popolo come massa, tramite il parlamentarismo, è l’unico criterio di vero e di bene.

Solo la legge divina aiuta la volontà ad essere veramente libera

Invece, se si segue la retta filosofia, la quale presenta la libertà come la facoltà che ci aiuta a scegliere i mezzi migliori per fare il bene e evitare il male, si capisce facilmente che il veramente libero buon-governo è quello che riesce a porre un freno alla volontà umana individuale e parlamentare, che dopo il peccato originale è combattuta dalle passioni e facilmente propende per il male e per l’errore piuttosto che per il bene e per la verità. Solo così si riesce ad impedire che la volontà sia travolta dalle passioni disordinate e diventi tirannica. Questo freno è la legge naturale e divina interpretata dalla Chiesa fondata da Cristo. Invece il potere o la libertà dei singoli e delle assemblee degenererà in tirannide e volgerà al male e all’errore, se la si proclama assoluta e la si sottrae alla direzione benefica della legge divina e naturale.

La rivoluzione e la modernità son basate su questo falso principio della sovranità assoluta dell’uomo, che prende così il posto del Fine ultimo, ossia di Dio e necessariamente perseguita la Chiesa, la quale deve insegnare che il Fine ultimo dell’uomo è Dio e che la strada per raggiungerlo è l’osservanza della legge divina, sia individualmente sia socialmente o politicamente. Infatti la società civile come quella familiare è una “creatura” di Dio, essendo l’uomo un “animale sociale” (Aristotele e S. Tommaso), e quindi anche la società familiare e civile deve a Dio obbedienza e rispetto, né più né meno che il singolo uomo.

L’antropocentrismo perseguita necessariamente la Chiesa

La falsa filosofia moderna relativista, soggettivista e antropocentrica, con l’aiuto della massoneria, è riuscita a creare dei parlamenti ostili alla Chiesa e a Dio pur trovandosi in Paesi essenzialmente cattolici (v. il Messico, la legge Calles e la repressione dei “cristeros” dal 1917 al 1929), influenzando in maniera liberale, ossia di separazione dello Stato dalla Chiesa la mentalità della classe dirigente, la quale riesce facilmente a manipolare la volontà del popolo semplice.

Tale regime di separazione tra Stato e Chiesa porta alla morte civile del Paese, come se in un uomo si separassero l’anima dal corpo. L’assolutismo democratico o parlamentare sopprime usi e costumi secolari, che hanno retto una Nazione per secoli e la rende una landa deserta, non più irrorata dalla sua cultura, dalla sua storia e dalla sua religione. Non c’è da meravigliarsi se le Nazioni diventano una bolgia infernale, dalla quale ogni ordine sano è bandito, il caos regna sovrano, la miseria impera e la bancarotta dello Stato è prossima. Non vi sono più leggi a proteggere la famiglia naturale, la proprietà privata è assalita e persino l’incolumità delle persone. Basta vedere lo stato attuale dell’Italia invasa da milioni di musulmani, in preda alla povertà patita da circa 7 milioni di uomini, schiavizzata da leggi radicalmente contrarie a quella divina, in balìa dei delinquenti che restano impuniti poiché le leggi difendono la libertà del male e dell’aggressore e osteggiano quella del bene o della vittima. Il termine cui giunge il liberalismo applicato alla società è la rovina certa ed infallibile dacché un popolaccio sfrenato ha consegnato la ricchezza culturale, spirituale e materiale nelle mani dei “finanzieri apolidi e succhia-sangue” che divorano ogni cosa senza pietà.

All’onnipotenza dei re (regalismo) la modernità ha sostituito l’onnipotenza del popolo sovrano (parlamentarismo). In ogni caso si è passati da un immanentismo antropocentrico monarchico ad uno democratico, ma l’unico a patirne offesa è Dio, che è l’unico vero Creatore e Sovrano assoluto del mondo intero. Il luciferismo, ossia la creatura che vuol prendere il posto di Dio, è il principio e fondamento su cui poggia la rivoluzione e lo Stato moderno (regalista o parlamentarista che sia).

Occorre tornare all’ordine naturale: la creatura sottomessa al Creatore

Per porre rimedio a tanto male, alla “peste dell’età moderna che è il laicismo” (Pio XI) occorre ritornare all’ordine naturale delle cose: Dio è il Fine ultimo e l’uomo è solo una creatura e quindi un mezzo per andare a Dio. Perciò bisogna sostituire la sovranità del popolo o dell’uomo con la sovranità di Dio e della sua Chiesa e rimpiazzare i diritti dell’uomo con quelli di Dio. Se non si applica un rimedio tanto necessario non resta al cittadino onesto che emigrare e cercare un Paese in cui regna l’ordine sociale, poiché fondato su quello divino.

Purtroppo il “dio” dell’America è il popolo sovrano, la democrazia, la plutocrazia e Mammona hanno invaso quasi il mondo intero e hanno detronizzato Gesù per regnare al suo posto. Sino a che non ritorneremo al buon senso e all’ordine naturale, che mette Dio al primo posto e l’uomo al servizio di Dio per le nostre Patrie non vi sarà speranza ma solo la bancarotta: “Sopra la banca la Patria campa, sotto la banca la Patria crepa”.

In realtà i termini laicismo e secolarizzazione sono degli eufemismi per indicare il ripudio di Dio, di Cristo e della sua Chiesa. Infatti i popoli dell’America e poi anche quelli dell’Europa hanno spezzato i vincoli che li univano a Dio e si son fatti schiavi della maggioranza popolare o parlamentare. Se vi sono ancora dei governanti che si dicono cristiani in privato, non se ne trovano quasi più di quelli che lo sono in quanto legislatori e capi di Stato. Al regno sociale di Cristo è stato sostituito il regno sociale del popolo e in ultima analisi di satana perché quando l’uomo usurpa il posto di Dio, satana regna.

I “Diritti dell’uomo” entrano nell’ambiente ecclesiale

Il più grave è che con la Dichiarazione Dignitatis humanae del Concilio Vaticano II i princìpi del liberalismo sulla separazione tra Stato e Chiesa son stati fatti propri dagli uomini di Chiesa di modo che se si volesse restaurare l’ordine sociale naturale e cristiano, rimettendo l’uomo (re o parlamento) in ginocchio davanti a Dio, si verrebbe aggrediti dai cattolici-liberali, dai prelati liberal-modernisti, dagli Stati democratici (in primis dagli Usa “esportatori di democrazia a suon di bombe”, secondo la dottrina di Popper), dalla setta massonica e da satana il suo ispiratore e caporione.

Questo è il motivo per cui Pio IX nel Sillabo ha insegnato che “Il Papa non deve venire a patti col progressismo, col liberalismo e colla civiltà moderna”, che sono i princìpi primi della sovversione, la quale detronizza Cristo e sceglie Barabba o l’uomo come suo “dio”.

Oggi sembra che lo spirito suicida della sovversione abbia preso, soprattutto nella classe dirigente, il sopravvento non solo sullo spirito soprannaturale di fede, ma persino sull’istinto naturale di conservazione. Si è pronti a correre verso la dissoluzione e l’autodistruzione piuttosto che ritornare a Dio e rimetterlo al centro di ogni cosa.

Curzio Nitoglia

FINE PRIMA PARTE