Difendere Fontana – e perdere la Lombardia

Nel maggio scorso ho postato un articolo dal titolo “Il problema Fontana”, su come il governatore s’era fatto sopraffare dal covid. Qualche leghista mi ha scritto di vergognarmi.

Ora, grazie a Fontana, la Lega è sulla via di perdere la Lombardia, la regione più potente d’Italia e una delle più avanzate d’Europa.

Salvini lo ha difeso con l’argomento che Fontana non ha rubato un euro di denaro pubblico, e che viene indagato per aver fatto (o tentato) una donazione alla Regione.

Infatti. E’ perfettamente vero, purtroppo. Nel tentativo di far guadagnare qualcosa alla ditta del cognato, Fontana ha: 1) messo a nudo le pudenda del proprio defunto papà e le mutande di pizzo della defunta mamma, attirando l’attenzione pubblica sul tesoretto da 5 milioni piazzato alle Bahamas, rivelazione suicida per qualunque politico; 2) da quel tesoretto ha tentato senza riuscirvi di fare un bonifico da 250mila euro in favore della Dama spa – per giunta “all’insaputa del cognato”, riuscendo invece a 3) ottenere una segnalazione a Bankitalia per quel trasferimento sospetto in base alla normativa anti-riciclaggio, dando così ben fondato motivo alla procura di indagare come atto dovuto. La procura ha posto sotto sequestro le scatole di camici della ditta, bloccandole l’ attività, infliggendo un danno irreversibile ad essa.

Insomma ha gestito gli affari suoi di famiglia con tanta inverosimile goffaggine, con tale indescrivibile incompetenza, da ottenere l’effetto contrario: nuocere alla sorella e rovinare il cognato, la cui ditta andrà probabilmente in fallimento (a questo preludono i sequestri giudiziari) , oltre che naturalmente ledere se stesso, la propria reputazione, che demolisce ogni giorno di più da sé ad ogni nuova dichiarazione.

Non si può far amministrare la Lombardia, caposaldo strategico leghista e regione complessa ed avanzata, ad uno che non riesce nemmeno a fare gli affari suoi privati; che non è capace nemmeno di essere disonesto. Come dissi allora, Attilio Fontana è un problema di insufficienza mentale, intellettuale e anche giuridica (ma è un avvocato?), da far paura. Paura che in un momento storico cruciale, in una battaglia decisiva da combattere contro il nemico esterno (la UE) e interno (i collabò al potere, i media, la magistratura, il Quirinale) la Lega manifesti una simile “classe dirigente”, sprovveduta e inadeguata al disotto di ogni descrizione.

Ora i media cominciano a gorgheggiare sul tema del “declino” di Salvini e della Lega, e a cantare la “crescita nei sondaggi” della Meloni: tranquillizzante per i potere non perché la Meloni sia un gatekeeper e una venduta (come subito hanno detto quelli della “pancia”), ma perché sa, il potere, che la crescita di Fratelli d’Italia ha un tetto naturale, dovuto alla discendenza dal MSI, non toccherà mai il 30% di Salvini nella sua versione nazionale.

Consiglieri in Regione acclamano Fontana per il suo discorso.

Pensare che Fontana avrebbe potuto essere l’eroe della nuova fase: sarebbe bastato che convocasse nell’aula degli onori della Regione e decorasse il dottor Manera e suoi colleghi di Bergamo, segnalandoli al paese e al mondo per aver corretto la diagnosi e messo a punto la terapia che ha azzerato la letalità del Covid, e reso curabile a domicilio.

Non l’ha fatto, ed ora si capisce perché: la sua povera intelligenza è insufficiente. Insufficiente a qualunque azione politica lucida ed efficace.

Invece di difenderlo, Salvini dovrebbe consigliargli – pubblicamente, non a quattr’occhi – di ritirarsi per un lungo periodo di riposo. Magari alle Bahamas, dove la cara mamma, conoscendo i limiti del figlio, gli ha accumulato di che vivere senza far danni a sé e agli altri .

Dopotutto, Fontana non è stato eletto da alcuna volontà popolare, è solo subentrato a Maroni; che si dimise per ostilità al progetto “Salvini premier” che era un progetto nazionale e quindi non leghista. Il che spiega perché come Zaia, anche Fontana non ha mai espresso un appoggio nemmeno verbale all’avventura nazionale di Salvini; gli hanno invece fatto pressione perché capitalizzasse i voti che aveva guadagnato ( nei sondaggi) e senza il loro appoggio, contribuendo a fargli fare la “scemenza del Papeete”. La Lega “Nord” è un partitello di cacicchi locali del 4 per cento; e se Zaia è un cacicco in proprio, Fontana è solo un vice-cacicco di Maroni. Ciò non toglie che quell’ambiente abbia sempre trattato con sufficienza Salvini come ragazzo di bottega. Il dramma è che Salvini si comporta verso di loro proprio così.