DELIRIUM EUROPA

I “populisti” sono “il nemico”: lo ha dichiarato definitivamente Angela Merkel in un discorso a Zagabria (!) la fine della scorsa settimana. “Il nazionalismo è il nemico del progetto europeo, e dobbiamo chiarirlo negli ultimi giorni prima delle elezioni”, ha aggiunto, sottolineando che l’Europa è un “progetto di pace”, un “progetto di libertà” e “il progetto” di prosperità “. Invece i “populisti” si oppongono ai “valori europei”. Valori che consistono nei diritti “delle minoranze” e per i diritti umani fondamentali.
Con ciò la cancelliera (e probabilmente futura presidente della Kommissione) ha dichiarato che “i valori europei” sono quelli degli LGBT e insieme quelli delle minoranze islamiche – non della maggioranza della popolazione.
“Ci sono correnti populiste che in molte aree disdegnano questi valori, che vogliono distruggere i nostri valori europei”, ha insistito Merkel. Manfred Weber, il candidato  europeo cui lei farà le scarpe, è stato ancora più preciso nella dichiarazione di guerra: “Popoli e estremisti di destra sono quelli che vogliono distruggere l’Europa, che non credono più in una partnership in questo continente e combatteremo contro di loro “.
Si noti che un mese fa la Merkel aveva accusato i musulmani di essere antisemiti, quindi ostili ai “valori europei” : “Ora abbiamo un altro fenomeno, abbiamo rifugiati o persone di origine araba che portano nel paese un’altra forma di antisemitismo”. “Nessun asilo ebraico, nessuna scuola e nessuna sinagoga possono essere lasciati senza la protezione della polizia. Questo ci sconcerta”.

Germany: Angela Merkel admits anti-Semitism is coming to the country from “refugees or people of Arab origin”

Volevano fare l’Impero. Hanno fatto un nano


“Sconcerto” perché gli effetti discendono dalle cause che ha voluto e che difende anche adesso (“Non è stato un errore aprire le frontiere nel 2015”, ha detto il 2 maggio scorso) sta per qualcosa di più e peggio: come se la leadership europeista mentre assiste al crollo del   suo sistema che credeva solidissimo, indispettita dal sorgere dei “nazionalismi”,  si difende adottando un pensiero delirante.
Un fondo delirante che viene notato con stupore da osservatori esterni.
“Ho intervistato Guy verhofstadt”, dice stupito Luke McGee della CNN, e mi ha detto: “L’Europa morirà da dentro se trionfano i sovranisti”. Del personaggio avevo già riportato la “sfida” a Salvini e Le Pen, “pagati da Putin” per distruggere la UE – come caso di delirio. Il giornalista della CNN è parimenti impressionato di aver appreso dal disperato Verhofstadt questi propositi: “Il mondo sta cambiando, non è più un mondo di Stati, ma di imperi; la Cina è un impero, l’India è un impero, gli Stati Uniti sono un impero. Dobbiamo creare una Unione Europea che sia in grado di difendere i nostri interessi”.
https://edition.cnn.com/2019/05/20/europe/guy-verhofstadt-interview-europe-lmcgee-intl/index.html
E’ dunque questo lo scopo di tutto l’ordoliberismo  –   che ha reso l’Europa un blocco economicamente e tecnologicamente arretrato, dipendente dall’export di auto tedesche, dove i popoli del Sud son confinati nella miseria e condannati al sottosviluppo per obbligo legale di non sforare il deficit, dove mancano insieme la liquidità e le idee, la scienza e la demografia: fare un impero pari a quelli cinese e americano? Dove assurde norme sulla “concorrenza” hanno reso impossibile creare giganti come Alibaba o Huawei o Boeing? Impressiona davvero la distanza di Guy dalla realtà.
L’economista Ashoka Mody ha dimostrato che, a causa delle regole imposte dalla Germania, “la crescita nella zona euro resta essenzialmente dipendente dalla crescita del commercio globale”, destinata ben più che alla recessione. Al declino, anche rispetto alla piccola Corea del Sud:

PERCHE’ LA NUOVA RECESSIONE HA FIRMA TEDESCA. E si chiama declino.

Hanno ridotto l’ìEuropa non solo a “nano politico” come già era, ma a “nano economico” arretrato.

Ma questi sognano di un Impero. E non sembra essere un caso di frenologia delirante il solo Verhofstadt; quando la Merkel richiama i popoli europei (che per metà ha fiaccato) ad unirsi per battere insieme USA, China, Russia, chiaramente ha l’immagine farneticante di una UE-Impero, di un Reich.
Anche Adam Tooze, che insegna alla Columbia University ma è di casa in Germania, è stupefatto dalla assenza di senso della realtà: “Macron s’è giocato tutto per un accordo con la Merkel che si è rivelato una fantasia. Sono stato sorpreso, la settimana scorsa a Berlino, dal constatare quanta poca consapevolezza c’è della situazione. Dicono: “ACH Macron, peccato che sia così impopolare…”. https://www.ft.com/content/114bbdd4-7add-11e9-81d2-f785092ab560

Frantumata  la tradizione britannica

La vignetta del Financial Times

Gideon Rachman (europeista, del Financial Times) è ugualmente esterrefatto che in Germania non si capisca il motivo per cui “il sogno europeo” ha perso la Gran Bretagna. Il trattamento sprezzante della volontà popolare inglese espresso dal Brexit, la velleità punitiva, l’umiliazione che l’euro-oligarchia ha imposto a Theresa May nel calcolo di imporre agli inglesi la prigionia nella UE, ha ottenuto non solo l’effetto opposto, ma l’effetto epocale: la distruzione “del partito conservatore britannico: la formazione politica più antica del mondo, la cui esistenza risale sul piano formale al 1834 ma in realtà al secolo precedente quando si chiamavano Tories,e ancor prima Whigs”. Lo dice John Laughland, storico, padre fondatore dell’euroscetticismo (col suo saggio The Tainted Source), aggiungendo: “I partito dei Conservatori, anche nei periodi peggiori han avuto il 27 per cento dei voti” e d è giunto ad avere il 46% ; adesso è accreditato del 9 %, quinto dietro il partito del Brexit, i liberali, i laboristi, persino i Verdi” perché ha tradito l’elettorato con la doppiezza sul Brexit.
E – altro cambio epocale secondo le regole del sistema bipartisan britannico – non è l’opposizione Labour che guadagna dalla sconfitta del governo May. I laboristi sono in terza posizione, e ciò perché “Corbyn, un brexiter nel cuore che non osa dirlo, è il riflesso di Theresa May, una remainer in pectore che attua il Brexit controvoglia”. Dunque anche il bipartitismo perfetto che ha dominato la Gran Bretagna da secoli è stato distrutto dal “Reich Merkel”. La “stabilità assoluta” imposta all’intera Europa con l’ordoliberismo disciplinare punitivo ha avuto questo effetto  –   davvero storico.
E Laughland gira il coltello nella piaga: “Altro fatto radicalmente nuovo: il partito del Brext, che avrà un terzo dei suffragi alle elezioni, è nato da poche settimane – e non ha alcun rappresentante nel parlamento più antico della storia: non c’è alcun precedente di una simile novità extra-parlamentare nella storia britannica”. E siccome la May dovrà dare le dimissioni nelle prossime settimane, il Regno Unito affronterà elezioni anticipate: presto ci sarà un nuovo inquilino a Downing Street no.10”, e sarà Boris Johnson, “convinto partigiano del Brexit ed avversario implacabile dell’Accordo di ritiro negoziato da Theresa May coi 27 altri paesi della UE del novembre 2018” , se non addirittura Nigel Farage. La Brexit senza accordo, la Brexit dura che gli eurocrati volevano evitare, ci sarà.
Attenzione, perché anche in Austria ci saranno elezioni anticipate, dopo la vittoriosa guerra del fango lanciata su Strache e la rottura dell’alleanza democristiano-“nazista”, palesemente voluta da Berlino per dimostrare che non si possono fare governi “normali con l’estrema destra” (leggi: euroscettica). I risultati potrebbero non essere quelli auspicati da Verhofstadt nel senso dell’Impero UE: il giovane democristiano Kurz, che è stato così bravo a ripetere il falso verbo punitivo ordoliberista ( “Non vogliamo pagare i debiti dell’Italia”), potrebbe non riuscire a fare un governo.
La crisi della Francia di Macron è anch’essa dietro l’angolo: il giovine culatoncino si è esposto di persona in queste elezioni europee mettendo in gioco sé e il suo programma (fallito) , mentre poteva evitarlo: ha voluto farne un referendum pro o contro se stesso, e gli effetti si vedranno.

“Tutto, salvo Macron” https://twitter.com/russeurope/status/1129657767394992128

Magari nuove elezioni anticipate, nonostante il sistema presidenziale le renda impossibili? Sarebbe un’altra novità epocale resa inevitabile dalla “stabilità” ordoliberista.
In Italia “le cose vanno selvaggiamente”, ma comunque non nel senso dell’Impero, ed elezioni anticipate sembrano inevitabili.
L’ottusa ostilità verso le istanze popolari. La sordità e la censura di Gilet Gialli e dei sovranisti italiani, inglesi, di Visegrad avranno effetti incredibili rivoluzionari – non male come solidità dell’Impero che lorsignori immaginano nel delirio di potere.
Resta da descrivere un altro effetto paradossale epocale: la Gran Bretagna ha partecipato allo scrutinio europeo – anche se non doveva. In teoria, l’europarlamento sarà riempito di deputati di Farage, ossia ultrà per  il Brexit, e ci sarà da divertirsi. E il Regno Unito si ritiene debba comunque abbandonare la UE entro il 31 ottobre: cosa faranno i parlamentari inglesi? Andranno via appena arrivati? Quale l’effetto visivo e mediatico di questa emigrazione, di questo abbandono in massa della istituzione UE? Ma poi, se ne andranno?
La May, nota divertito Laughland, “ha portato il paese in un universo parallelo dove non è in vigore alcuna regola normale e dove la logica cessa di funzionare”.
Ed evoca Il Paese delle Meraviglie e la sua Regina.
“Quando Alice dice alla Regina che non si può creder a cose impossibili, ella ritorce: “Non hai fatto abbastanza pratica. Quando avevo la tua età, l’ho sempre fatto regolarmente una mezz’ora al giorno. Sono riuscita a credere fino a sei cose impossibili prima di colazione”.
Perfetta descrizione della Regina della UE e dei deliranti suoi ciambellani.