CONTE CI REGALERA’ ANCHE UNA CARESTIA?

 

Giungono notizie, sempre più frequenti, di coltivatori multati  da  polizia e carabinieri perché preparano il terreno per la semina, essendo ciò considerato dal governo una attività non di prima necessità , quindi  vietata dalla gragnuola di decreti sempre più truculenti   emessi da  Conte e dalla sua ministra di polizia.

La Regione  Sardegna ha emanato addirittura una grida in cui commina pene e multe la conduzione hobbistica di orti vigneti e ortofrutta; e  non vale giustificarsi dicendo che certe  attività sui campi si devono fare; vengono vietati espressamente “gli interventi agronomici non rinviabili”.

La grida sarda. Ovviamente imposta dall’assessore ecologico

Anche se poi  la grida, come previsto dal Manzoni,  è stata addolcita, anche più assurdamente: si può andare nel proprio orto, purché “da soli” (e va bene) e “solo una volta al giorno”.

https://www.youtg.net/primo-piano/24076-contrordine-in-sardegna-si-potranno-curare-orti-e-vigne-una-volta-al-giorno-e-da-soli

Ma questo addolcimento vale solo per la Sardegna,  quasi certamente dovuto  al  fatto che ogni contadino sardo ha in casa la  doppietta caricata a pallettoni per il  cinghiale. Nel resto d’Italia   non si può coltivare, perché il governo giudica la produzione agricola “non essenziale”.

Ciò che conferma in modo scultoreo il detto di Ortega y Gasset: che  l’uomo massa europeo vive  nella civiltà credendo che sia la natura. I neo-primitivi  che infarciscono il governo Conte chiaramente sono convinti che zucchine e cavolfiori, provole e  bistecche e surgelati   siano prodotti spontaneamente dai banchi dei supermercati. O sono animati da uno spirito ancora peggiore?

Ricevo da un  lettore questa lettera:

“le  riferisco questa perla.

Noi in Romagna non siamo urbanizzati come da lei a Milano e siamo molti che integriamo la dieta con verdure autoprodotte stante la disponibilità maggiore di orti che non in metropoli.

Ai commercianti è stata interdetta la vendita di sementi e piantine ortofrutticole grazie a Conte e suo decreto 22 marzo.

Incredulo ho chiesto spiegazione al negozio dove mi reco di solito. La risposta della signorina gentile, è stata che le sementi orticole non sono prima necessità ; ma possono venderci cibo per animali domestici.

Inoltre niente vendita di terriccio, concimi, fitosanitari attrezzi a mano legati all’attività orticola.

Basito e senza parole ho balbettato qualcosa come il fatto che ora è il periodo per queste attività. La natura ha i suoi tempi di rispetto… la signorina mi ha risposto che vedremo e speriamo dopo il sei aprile di riavere il permesso.

Mi viene alla mente il direttore quando scriveva su Effedieffe ripreso poi anche da Rischio Calcolato, sull’Ucraina del 1932 e la tremenda crisi alimentare indotta da Stalin e costata milioni  di morti.

Come allora sequestrarono ai contadini piccoli proprietari  le sementi.

Altra riflessione e sulle tabaccherie. Le sigarette fonte notevole di gettito per il fisco si possono vendere. Piantine di Spinaci e pomodori che rendono  allo stato una imposta ridicola sono vietate.

E se nei prossimi mesi che si prevedono di miseria, avremo bisogno anche dei prodotti dell’orto per mangiare? Mi risponderà il direttore che possiamo sempre mangiare il cibo per il gatto (la vendita non è vietata) e in ultimo anche lo stesso felino!

Vede Direttore quando ha definito Conte Gualtieri e tutti gli altri crudeli oltre che incompetenti si sbagliava e di molto. Sono molto peggio.

Non solo hanno messo agli arresti domiciliari gli italiani senza ottusamente distinguere che  le misure vanno modulate sulla densità abitativa, imponendo a tutti la stessa restrizione come se i centri abitati piccoli sparsi in Padania e Romagna fossero  come Milano o Roma.

Questi badano solo ed esclusivamente al denaro e alle entrate fiscali! Stamane sono passati con l’auto e altoparlanti minacciando sanzioni e denunce. Se esco di casa, e posso pedalare per km incrociando quattro persone in tutto perché non vivo a Milano ma in provincia, rischio fino a  tremila euro e denuncia quando il rischio di infettare o essere infettato è praticamente zero.

In fila dal tabaccaio dove possiamo infettarci è permesso, basta che compro le sigarette lucrose per il fisco.

Ci mettono restrizioni inutili dove non servono fingendo il nostro bene ma non le mettono dove il fisco incassa.

Nei palazzi siedono persone che detestano quei piccoli e umili, che si armeggiano a piantare una fila di patate o di spinaci o pomodori per mangiare e risparmiare.

Detestano i poveri, i senza-denti  come li chiamava Hollande, quando agiscono in autonomia e non dipendono da lorsignori in piccole cose come un orto.

Ai loro occhi è qualcosa di patetico e ridicolo un anziano, un disoccupato, che cura il suolo, innaffia e cura un orto. Piccole attività che ti slegano dallo stendere la mano e dipendere in tutto e per tutto da lorsignori.

Perché lorsignori nella loro vita non hanno mai fatto un lavoro necessario a soddisfare un bisogno elementare come dare da mangiare ai polli o piantare patate o rovistare fra gli scarti dei mercati generali o pulire il gabinetto pubblico. Considerano ciò come un qualcosa da disprezzare. Se mai lorsignori  prendono un attrezzo da lavoro è per essere ammirati dal mondo in superflue occupazioni del tempo libero, mica per soddisfare la fame.

Lorsignori che sono misericordiosi con gli africani  sulle navi delle ONG solo se c’è presenza di giornalisti e fotografi.

Lorsignori che fingono di occuparsi dei problemi del popolo non certo per pietà cristiana ma per ego narcisistico, finendo poi di trascurare il popolo in favore di “diritti” di clandestini, di depravati e debosciati (altra categoria di narcisi).

E termino con la chiosa del suo pezzo   su  “noi italiani eravamo i primi nel superfluo”: lorsignori si gettano con entusiasmo nei “diritti” superflui per i pochi affini a loro e trattano con malcelata pesantezza come un dovere d’ufficio il necessario e indispensabile per i molti.

Infatti dopo settimane, ancora mancano le mascherine;  ci  fanno mancare le sementi ma non mancano fogli di carta per autocertificare che mi reco nell’orto.

Un saluto con il cuore pieno di desolazione.

Davide G. (Lettera firmata)

Vogliono  vietare l’autonomia alimentare:  la prima libertà

Sì, caro lettore : quello che colpisce in questo genere di divieto delle attività agricole anche hobbistiche,  non giustificabile con un reale pericolo di infettare  qualcuno: nei campi  è ovvio tenere le distanze, è l’intento particolarmente malevolo: il potere vuole colpire, deliberatamente, la possibilità di chi vive   nei  campi di rendersi autonomo sul piano alimentare,  di  saper  rendersi libero dal bisogno basilare, nutrire sé e la propria famiglia senza dipendere.

Si vede qui come l’agricoltore fondi, crei e protegga  la libertà primaria, da cui la libertà politica; e perché nei secoli sono stati i contadini  (o i nobili sulla terra,  d’origne contadina) a insorgere e ribellarsi contro l’oppressione. Fino ai Kulaki dell’Ucraina che ricorda il lettore, e che il Partito dovette  “eliminare come classe” (genocidio), e quando i poliziotti del Kgb gli portavano via le sementi sostenendo che le sottraevano agli ammassi, provavano a dire che l’anno prossimo, nemmeno loro, gli agenti,  avrebbero mangiato.  Era l’espressione della responsabilità che ogni contadino sente nel profondo del suo animo: “Nutrire anche gli altri” .

Oggi, il governo  neo-primitivo, altrettanto oscuramente sente che per renderci schiavi davvero, deve togliere ai coltivatori – anche quelli della domenica –  la libertà di seminare l ‘orto e il vigneto.

Il governo neo-selvaggio sta per regalarci  anche una carestia.  In aggiounta alla pestis,  la famis.

 

Il notiziario della Grande Distribuzione Organizzata (GDO)   sta lanciando l’allarme:

“La GDO sta iniziando a ricevere e-mail dai fornitori il cui tenore è il seguente: non ti posso promettere le forniture per le promozioni e probabilmente non le posso garantire nemmeno per le vendite senza sconti promozionali. Tradotto:  gli scaffali iniziano a svuotarsi.

Diversi prodotti sono introvabili da molto tempo, da quelli non alimentari di sanificazione sino a quelli alimentari del mondo del Grocery come le farine, e diversi prodotti freschi e freschissimi. Le carni sono sotto forte stress, molte aziende si sono ritrovate con vendite abnormi e non sono in grado di sopportare lo stress dei sell out che in due settimane hanno raggiunto livelli impensabili. Le ultime notizie danno   in difficoltà anche (cosa assurda) le categorie del dolciario e della pasta di semola: sono diverse le aziende che non riescono a rispettare l’integrità delle evasioni degli ordini della GDO.

Non è tutto: anche i produttori della MDD stanno iniziando ad andare i tilt ed anche quella parte dell’offerta sta iniziando ad essere in affanno”.

MDD sta  per “Marca del Distributore”, sono quei prodotti   senza logo di prestigio,  che sono nati come alternativa più economica della grandi marche note.

Quindi il governo neo-primitivo, capace di punire il coltivatore per  hobby ma non di disciplinare gli accaparratori nei supermercati, sta preparandoci : 1) sparizione di alimenti, 2) rincari degli alimentari, ossia della spesa dei più poveri, 3) la carestia quando l’effetto del divieto di dissodare, seminare, sarchiare avrà avuto il suo effetto:   i mancati raccolti.

Già ora imprese agricole del Sud  (ma non solo)  si chiedono se, visto che non arriveranno gli africani e i romeni che (crudelmente sfruttati) per il raccolto, forse non gli conviene nemmeno seminare.

I  neo-primitivi al governo  lo devono sapere, ma  evidentemente se  ne infischiano. Eseguono il programma: quello che cerca di scongiurare l’invocazione medievale, “A  peste, fame et bello libera  nos Domine”.  Alla peste  – mai sprecare una crisi – hanno aggiunto la fame, e  anche la guerra,  fra europei, perché questo è lo scontro in corso.

Intanto si apprende che Angela Merkel, sta pensando  di mobilitare, come mani per i raccolti, “gli studenti e i richiedenti asilo”.

https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/503099/Merkel-will-Asylbewerber-und-Studenten-zur-Feldarbeit-heranziehen

La Merkel: gli studenti a fare il  raccolto

Infatti il divieto d’ingresso dei lavoratori stagionali, che per la Germania vengono  dall’Europa orientale.  porta a drammatici colli di bottiglia in agricoltura.

“La situazione del personale qui a volte è molto tesa”, ha dichiarato la ministro dell’agricoltura Julia Klöckner. Secondo Klöckner, saranno necessari 30.000 lavoratori aggiuntivi a marzo e 80.000 a maggio. Anche i mattatoi e i caseifici che fanno affidamento su pendolari della Repubblica Ceca o della Polonia sono gravemente colpiti.

Il punto, scrive il DWN, è che anche “le rotte globali di approvvigionamento alimentare sono attualmente sotto pressione a causa di quarantene, restrizioni di  export e chiusura forzata di eventi e  centrali di trasporto, come i grandi porti. I primi paesi asiatici hanno imposto il divieto di esportare alimenti di base come il riso, ha detto Klöckner giovedì. L’Iraq, d’altra parte, sta cercando un milione di tonnellate di grano e 250.000 tonnellate di riso. Il Vietnam,  terzo paese esportatore di riso e il Kazakistan, esportatore di grano hanno annunciato restrizioni all’esportazione. Anche  l’India sta  limitando le esportazioni di riso perché il paese è praticamente sotto coprifuoco. Il prezzo del grano è salito ai massimi livelli dal 2013. Alla borsa di Chicago, la consegna del grano  costa circa il dieci percento in più rispetto a una settimana fa”.

Gli studenti al posto dei negri o degli ucraini,  chini a raccogliere i pomodori o i cavoli, quanto sarebbe educativo per loro. Ma  non per il popolo neo-primitivo italiano, che approva all’84% le azioni di Conte.

Orto vietato

 

Germania a parte, scrive il FT, “Nella sola Francia, nei prossimi tre mesi sono necessari 200.000 lavoratori per portare colture come fragole nella Valle della Loira e asparagi in Alsazia, secondo la FNSEA, l’unione nazionale degli agricoltori. Sono necessari circa 800.000 per l’intera stagione della raccolta; normalmente circa i due terzi provengono dall’estero, compresi l’Europa centrale e orientale, la Tunisia e il Marocco. Nel Regno Unito ogni anno arrivano da 70.000 a 80.000 lavoratori, molti provenienti da Romania e Bulgaria, per raccogliere frutta e verdura”.