COMPAGNO MARCO RIZZO, PER FAVORE PESTI LANDINI

Uno vorrebbe occuparsi di cose maggiori. Ma questa  argomentazione di Landini, capo della CGIL, pone un problema urgente: di  gravissima patologia  politico-psichiatrica.

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Qui si  scende a un livello di inciviltà che rende impossibile, semplicemente,   di condurre  un  dibattito politico in  minima  buona  fede. Non si tratta di rispondere che i 120 mila giovani italiani che vanno all’estero a  lavorare sono, a differenza dei nigeriani, chiamati e desiderati per  le loro qualifiche. A Landini sfugge un dato ancora più elementare:  che gli italiani, alla frontiera, mostrano il passaporto o il documento d’identità richiesto, laddove nigeriani e tunisini e ivoriani,  si presentano alle nostre rive senza documento d’identità, avendolo distrutto,e  pretendono di essere accolti e  mantenuti – per volontà delle sinistre.

Il possesso di un passaporto o di altro documento valido per  l’espatrio è un principio di  legalità internazionale elementare e giustificato da secoli: Landini lo ignora. Da quale epoca neandertaliana viene uno che non capisce la distinzione  basale  fra chi si presenta a una frontiera con passaporto  e le torme che vogliono essere accolte  senza  dichiarare la propria identità, provenienza, motivo  del viaggio,  pretendendo per di più di essere alloggiati e sfamati, girare liberi  e senza controllo a spese pubbliche? E’ mai stato all’estero, il ricco di Stato Landini?   Ha mai fatto caso che  un signore in divisa gli ha  chiesto il documento e, nella maggior parte dei  paesi extra-europei, il visto d’entrata rilasciato dal consolato? Ha più vaga idea del fatto che  se non presenta un documento,  il paese più accogliente lo  respinge e lo imbarca sul  primo aereo  di ritorno?

Un passaporto. Una istituzione internazionale di cui il capo della CGIL ignora l’esistenza. 

Landini ignora un elementare principio di legalità,  di  ordine e  di semplice logica,  pacificamente instaurato nel mondo senza discussione. Intende   il capo della CGIL mettere in discussione il principio ?   Sta  suggerendo   che  i nostri giovani laureati che espatriano per lavoro, di rifiutare di esibire il passaporto, e magari distruggerlo come  fanno i suoi cari negri, che sono probabilmente dei pregiudicati al loro paese, a cui fa comodo non essere identificati?

Ovviamente qualcuno risponderà di no, che Landini   fa finta di non saper distinguere chi si presenta a una frontiera con passaporto,  e chi no, chi  è legale e chi è illegale e clandestino.  Ma allora, il problema diventa peggiore: un problema di patologia del dibattito politico. Cosa si può rispondere a chi usa scientemente argomenti falsi  – e per giunta così idioti da far dubitare del suo quoziente intellettivo? – Ad uno che  non si vergogna di essere così stupido e in malafede? E viene per giunta applaudito dalla  claque della  sinistra invitata ai talk-show?  E’ evidente che non si può “discutere” , da leale oppositore, in una normale polemica politica, da uno che  dice cose così.

Come  è possibile che in Italia gente così la troviamo sistematicamente  in posti importanti,  autorizzati a dire la loro e a influire sulle decisioni politiche, gente che ignora i principi del diritto, del pensiero corretto – e ancor peggio  quelli della logica?  La frase di Landini viene pochi giorni dopo la frase di Enrico Letta su Claudio imperatore immigrato: come ha potuto diventare un parlamentare e persino presidente del consiglio, uno così ignorante?  Questi aprono abissi che rendono  impossibile anche solo controbattere – eppure  questi hanno potere. Lo occupano. E lo sottraggono a persone ragionevoli e razionali, istruite  che  il potere potrebbero usarlo  meglio a favore della popolazione.

La violenza proletaria come necessità

E’ qui che si capisce la  necessità  e legittimità della violenza politica: con Landini non si può  “discutere”, bisogna  pestarlo. Un pugno che lo metta KO  è  “l’argomento” che un simile neanderthaliano  volontariamente idiota richiede come  terapia, come reazione della civiltà contro la barbarie.  Ci permettiamo di richiamare l’attenzione sul caso a Marco  Rizzo, capo dei comunisti: l’abbiamo apprezzato tanto quando, giustamente ha minacciato di prendere a pugni l’oggi ministro Gualtieri, quando costui esibì una simile  malafede e  disprezzo dell’interlocutore. Compagno Rizzo, pesti  Landini:  oltretutto, nel suo discorso sconnesso  balenano gli estremi del comportamento antisindacale:  questo difende i negri clandestini contro  gli italiani migranti, vuole per i primi che  spendano 40 euro al giorno contribuenti italiani che 40 euro al giorno di reddito se lo sognano;  il che,  commesso dal capo della CGIL,  ex sindacato rosso  –  richiede il papagno come  mano santa. O, per usare la sua terminologia (che tanto ci manca)  atto di rieducazione  del deviazionista di destra.