Chiesa & Massoneria, incontro manda in tilt due diocesi

Prosegue l’Operazione loggia lanciata dal cardinal Ravasi per avvicinare Chiesa e Massoneria. Dopo Siracusa tocca a Gubbio. Le cattoliche Acli e il GOI domani insieme per un “dialogo possibile” dove la dottrina cade sotto i colpi di una prassi conciliante. Imbarazzo in diocesi ad Assisi, che, dopo la telefonata della Nuova BQ, cancella la notizia dal sito. E irritazione a Gubbio, il cui vescovo ha provato, invano, a non pubblicizzare l’evento a cui presenzierà il Gran Maestro Bisi. Ora però serve una posizione chiara per fermare l’agenda cattomassonica.
-IDENTITA’ NEL TRITACARNE PER COLPIRE LA CHIESA di Tommaso Scandroglio
-“CARI FRATELLI MASSONI”. E IL CARDINALE APRI’ LE DANZE di Angela Pellicciari

La locandina dell'evento

Chiesa e Massoneria, ci risiamo. Chi pensava che l’evento organizzato lo scorso anno a Siracusa fosse stato solo un esperimento isolato, dovrà ricredersi e iniziare a valutare che l’agenda della neo Chiesa punta anche a sdoganare grembiulini & logge. D’altra parte bisogna tenere presente che tutto è partito con la lettera del cardinal Ravasi al Sole 24 Oreche si era rivolto ai “cari fratelli massoni” iniziando così il lungo cammino di sdoganamento, che ora passa inevitabilmente da incontri ambigui come quello di cui parliamo oggi. La seconda tappa del processo di avvicinamento con la Massoneria fa sosta a Gubbio dove venerdì si terrà un incontro che nel titolo e nella locandina, anche nell’immagine scelta del Dio col compasso, è del tutto simile a quello di Siracusa di un anno fa: Chiesa e Massoneria. Un dialogo possibile? Dove il punto di domanda serve in forma retorica per orientare già affermativamente il giudizio.

Vediamo. E’ organizzato dall’Acli di Fossato di Vico, diocesi di Assisi, ma si svolgerà a Gubbio, che è un’altra diocesi. Dunque, un’associazione che nel nome richiama la sua appartenenza cristiana. La diocesi di Assisi, nel cui territorio ricade il comune di Fossato pubblica la nota stampa dell’evento sul suo sito, facendo così sembrare la cosa in tutto e per tutto sponsorizzata dal vescovo Sorrentino.

Il comunicato è pieno di ambiguità e trappole. A cominciare dalla motivazione con la quale si organizza l’incontro che vedrà la presenza del vertice del GOI italiano, Stefano Bisi (in foto), il pastore valdese Pawel Andrzej Gajewski e un religioso cattolico, Don Gianni Giacomelli, Priore del Monastero di Fonte Avellana.

La manifestazione – si legge sul sito dell’Acli e della diocesi di Assisi – suscita particolare interesse in un momento storico nel quale, a fronte della posizione ufficiale di inconciliabilità tra fede ed iscrizione alla Massoneria da sempre affermata dalla Chiesa Cattolica, al suo interno si riaffacciano posizioni più dialoganti ed aperte, quale quella espressa di recente dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura“.

Ecco spiegato perché, a fronte di decine e decine di encicliche, documenti, lettere e prese di posizione con le quali la Chiesa in tre secoli ha comminato alla Massoneria più capi di scomunica del comunismo, ci si fa forza per ribaltare l’orientamento negativo utilizzando una lettera maldestra di un cardinale a un giornale. Operazione che non sta in piedi dal punto di vista della ratio e della logica, ma che viene spacciata come magisteriale.

Non poteva mancare, poi, il coinvolgimento dell’aneddotica letteraria su Papa Francesco nel giustificare l’evento: “In una fase delicata del Pontificato di Francesco, Papa di un cristianesimo egualitario più che identitario, e in un momento di rinnovata propensione dei credenti verso l’apertura a nuovi mondi ed alle diversità, l’incontro promosso dal Circolo A.C.L.I. e Grande Oriente d’Italia potrebbe far ripartire la costruzione di “ponti” i cui cantieri, in passato, avevano aperto possibilità di riconciliazione poi mai maturate“.

Quando si dice che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi: per dialogare sotto copertura della diocesi di Assisi, le Acli hanno scelto un’obbedienza Massonica apertamente laicista, progressista, antidogmatica ed esoterica, come si può evincere dalle costituzioni del GOI. Che dialogo potrà mai essere possibile con tale realtà?

E ancora: “Dialogo”, “costruzione di ponti”, “riconciliazione”. Si tratta dell’ennesimo tentativo che vede congiunti due mondi apparentemente diversi, quello catto-liberal-progressista e quello massonico. La loro mèta: dal dialogo allo sdoganamento della Massoneria all’interno della Chiesa. La strategia è chiara: prima si diffonde tra i cattolici un pensiero massonico o simil-massonico, quale appunto quello liberal-progressista, che oramai ha conquistato una larga fetta del cattolicesimo “alla PD” e poi con questa nuova mentalità, si arriva a giustificare tutto. Non solo la comunione ai divorziati risposati che non vogliono vivere casti e indulgenza-tolleranza-simpatia verso la prassi LGBT, ma anche la doppia appartenenza a Chiesa e a Massoneria.

Significativo poi il passaggio in cui si ribadisce la contrarietà della dottrina, ma si accettano le posizioni più dialoganti. E’ l’ormai onnipresente stile utilizzato anche per altre vicende della prassi sganciata dal Magistero di sempre, che sovrasta la dottrina fino ad annacquarla o anestetizzarla.

E’ dunque la riconciliazione l’obiettivo ufficiale di questi incontri? Messa nero su bianco da una diocesi italiana che ne promuove la diffusione? E il dialogo è possibile con realtà che sono apertamente nemiche della Chiesa? No, in realtà il dialogo non è assoluto, non è un comandamento evangelico né un modus operandi cattolico, soprattutto quando le finalità del dialogo sono così smaccatamente ambigue.

Significativo poi è il fatto che, mentre a Siracusa la Chiesa era ospite di un evento promosso dalla loggia locale, a Gubbio invece l’evento è promosso e organizzato di concerto dalle Acli e dal GOI. Con la benedizione della diocesi di Assisi. Possibile?

Per scoprirlo la Nuova BQ ha iniziato a indagare e ha scoperto che in realtà l’evento è il risultato di una somma di gaffe e pressapochismo su cui facilmente si sono innestate le logge.

“L’evento viene fatto a Gubbio perché qui c’è una forte tradizione muratoria – ci spiega Sante Pirrami, presidente dell’Acli di Fossato – noi abbiamo fatto girare la cosa e sono felice che la diocesi abbia deciso di pubblicarla sul suo sito, ma formalmente le due diocesi, quella di Assisi e quella di Gubbio non figurano tra i promotori che siamo noi e il GOI”.

Chiediamo: Ma i vescovi erano informati?”. “Sì abbiamo informato tutti i vescovi della zona attraverso i nostri canali comunicativi – ha proseguito Pirrami -. Non vedo dunque il perché di eventuali critiche, anzi abbiamo avuto incoraggiamenti da parte di ambienti universitari”. In quanto all’esoterismo nascosto negli statuti del GOI, Pirrami è tranchant: “Noi non parleremo di queste cose, anzi parleremo anche degli elementi di inconciliabilità, ma accanto a questi ci sarà spazio per discutere anche della figura dell’architetto dell’Universo. C’è chi lo chiama Dio e chi lo chiama Grande architetto, non vedo dove sia lo scandalo. E’ su questo che verterà il confronto”.

Con premesse di questo tipo è chiaro che l’incontro di domani sarà ad alto tasso esplosivo. Ma che cosa ne pensano le due diocesi che vengono lambite e tirate in ballo dalla conferenza? Qui inizia il secondo tempo della nostra inchiesta. A Gubbio il clima non è dei migliori. Fonti vicine al vescovo Luciano Paolucci Bedini ci parlano di un’iniziativa controversa che non è piaciuta per nulla al pastore di Gubbio.

“Per quanto riguarda l’organizzazione, il vescovo non ne sapeva nulla – ci spiega una persona informata dei fatti -, ma posso dirle che il nostro vescovo non era affatto felice tant’è vero che ha provato a far togliere l’avviso dal settimanale delle diocesi umbre. Ma ormai, la notizia era in stampa…”.

Ad Assisi invece la reazione è di stupore e imbarazzo: “No, la diocesi non c’entra nulla – ci risponde l’ufficio stampa – infatti non c’è il nostro logo”. Facciamo notare che la notizia è stata data sul sito della diocesi che si presume condivida dunque l’incontro. “No, in realtà…no. Insomma, non sappiamo perché la cosa sia finita sul sito diocesano”. L’imbarazzo nella cittadella di San Francesco è palpabile.

Così palpabile che poche ore dopo la nostra telefonata, come d’incanto, la notizia sparisce dal sito diocesano. Arriva anche una telefonata chiarificatrice: “Abbiamo chiesto al vescovo Domenico Sorrentino e ha detto di non sapere nulla di questo incontro. Tanto più che, anche recentemente, ha scritto proprio contro la Massoneria. Ci dispiacerebbe se il nome della diocesi venisse associato a questo evento di cui non condividiamo le finalità”. Perché allora la notizia è finita sul sito? La risposta però è un misto di scuse maldestre e sviste.

E’ mancato dunque un controllo? O forse la diocesi, dopo aver ricevuto la nostra telefonata e informatasi sulle polemiche che su internet stanno iniziando a montare, ha pensato bene di smarcarsi? Chissà, quel che è certo è che l’agenda cattomassonica prosegue nonostante un vescovo, quello di Gubbio, non abbia mancato di manifestare in privato la sua contrarietà e quello di Assisi, abbia provato con imbarazzo a fare marcia indietro e smarcarsi.

L’incontro però, al momento è confermato, garantiscono le Acli, che portano avanti il buon nome del cattolicesimo così a la page. Se ci dovessero essere sviluppi ulteriori, questi non potranno che arrivare dai due vescovi coinvolti, i quali, a questo punto devono decidere da che parte stare: se prendere le distanze e condannare l’incontro portato avanti da una realtà che si definisce cattolica o se invece fare finta di niente, ma di fatto, lasciando che l’agenda dell’Operazione loggia prosegua inarrestabile con il placet del potente Prefetto della Cultura, Ravasi. In questo caso si moltiplicheranno sul territorio iniziative di questo tenore. E’ una scelta di campo che potrebbe portare a sviluppi deleteri e di totale annichilimento dell’identità cattolica.

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