CHE SIA ABBREVIATO QUESTO TEMPO

Non vi aspettate un commento, cari  lettori.  Su ciò che accade ora, avevo già detto l’essenziale da  mesi.  Magari rileggetevi gli articoli  in cui,  col dovuto anticipo, segnalavo a Salvini  che aveva intrapreso la via in discesa di Cola di Rienzo, il capopolo esaltatato dalle plebi.

Già a dicembre 2018:

Salvini, un consiglio da amico.

A Salvini serve apprendere la storia di Cola di Rienzo  (1313-1354), per capire  cosa succede ai tribuni che la plebe  italiota  sceglie e  acclama al potere, se non sanno e non vogliono diventare classe dirigente.  No, non gli chiedo di leggere dei gran libri, basta che vada alla voce Wikipedia….

https://www.maurizioblondet.it/per-quelli-che-dicono-la-ue-ci-rende-piu-forti/

Poi di nuovo nel febbraio 2019:

Questo governo è il fondo del barile

https://www.maurizioblondet.it/questo-governo-e-il-fondo-del-barile/

Non esiste classe dirigente italiana

E’ semplicemente la constatazione finale di un italiano di 75 anni:  questo popolo non ha classe dirigente.   Non se la dà. Più propriamente, non vuole averla.  Troppo sistematicamente  abbiano dato i voti di massa a gente che di classe  dirigente aveva  solo qualche apparenza comunicativa  e nessuna sostanza, mentre abbiamo trascurato  –  anzi, sospettato,  trattato con scetticismo  e trovato antipatici di quelli che avevano queste qualità.

E il 5 agosto:

UN LEADER HA TROVATO IL SUO POPOLO

https://www.maurizioblondet.it/un-leader-ha-trovato-il-suo-popolo/

………

Non ve li indico per il piacere di rivoltare il coltello nella piaga  e  accanirmi su Salvini, ma semplicemente per dirvi ciò che è successo l’avevo previsto ed era prevedibile. E che in politica,  capire “prima” è essenziale. Capire dopo, in ritardo, non serve a nulla.

Quindi non vi aspettate un commento sulla piattaforma Rousseau e sul nuovo governo PD-5S. L’attualità “bruciante”  è un vizio  della pancia,  che brucia  il cervello.  Bisogna vedere il “dopo”, e la misura della sconfitta diventerà   sempre più chiara nei prossimi giorni e mesi .  Salvini deve semplicemente smettere di ripetere le due sole solfe che conosce, “Ho  sottovalutato la loro sete di poltrone”, come prima “Ho rotto perché mi dicevano troppi no”. Ci vuole una analisi un po’ meno rozza e ripetitiva e facilista. Ma forse non è in grado di elaborarla.

Un leader che perde così platealmente non  può non essere messo sotto accusa dal suo stesso partito. Questa è l’ultima previsione che faccio.

Quindi siamo entrati nella fase terminale. Che Gesù  la acceleri.

Io scriverò meno,  cose meno attaccate alla “bruciante attualità” : era il mio contributo al conflitto,  una fatica quotidiana che mi ha esaurito, soprattutto per la sua inutilità. Dell’attualità  si occupano molto meglio  i giornali come La Verità e Imola Oggi, e  parecchi twitter –   Io spero di  potervi dare scritti più meditati e formativi.