Black Blok come Al Qaeda. Lassù qualcuno li paga

Potevo anche scrivere: Black Blok come DAESH. O come le «Femen», o le Pussy Riots. Voglio dire: professionisti addestrati, stipendiati, forniti di materiale, e pagati extra nelle trasferte per creare l’evento esplosivo – dall’11 settembre alle decapitazioni ISIS diffuse da Rita Katz – voluto dai loro mandanti.

Milano, il 1° maggio, ha avuto il suo 11 settembre. Il professionismo degli incendiari spaccatori non è stato nemmeno nascosto: il fulmineo abbandono delle uniformi nere lasciate per strada, con caschi e maschere antigas (tutta roba che costa: non l’hanno comprata loro), per sciogliersi tra i manifestanti cosiddetti pacifici (complici o cretini — meglio entrambi ) è una geometrica dimostrazione di perfetto addestramento. Persino il fatto che abbiano lasciato questa «firma» è sicuramente voluto. È un messaggio a chi deve capire: « Siamo stati Noi». Una piccola sbavatura, una microscopica imperfezione deliberata, che non manca mai in nessun false flag. Un tocco d’artista.

Alfano ha capito il messaggio, perché mentre i cittadini milanesi restavano vittime dell’assalto e delle distruzioni sulle cose loro, incendi alle finestre delle loro case, sulle loro strade, alla mercé di una violenza idrofoba, frenetica e insensata (1), ha twittato i suoi elogi agli agenti:

Ottimo lavoro #ForzeOrdine e tutto il sistema della #sicurezza milanese. Hanno evitato il peggio. Adesso difendiamo la Scala.

Le rispostacce e i commenti del pubblico a questa uscita – leggetele qui – evidentemente non lo allarmano: non è ai cittadini che deve il suo posto, non è a loro che deve rispondere. Risponde ai padroni e dice: vedete? Abbiamo fatto un ottimo lavoro. Adesso l’opposizione (chiamiamola così) pretende le sue dimissioni. Scommetto che non le avrà.

Ottimo lavoro significa che le ore di terrore erano state organizzate, coi Black Blok, contro la cittadinanza. Non contro l’Expo, non contro le «altissime autorità» agglomerate a Rho che i manifestanti manco hanno provato a sfiorare, ma nel centro di Milano in un giorno di festa, con vandalismi estremi e scritte estreme sui muri: sono i cittadini il bersaglio, sono loro che bisogna impressionare, intimidire, far incazzare e sentire impotenti allo stesso tempo. Come ai tempi del G-8 a Genova, come – in piccolo, certo – sui newyorkesi l’11 settembre.

Come sulle opinioni pubbliche occidentali i neri dell’ISI che decapitano cristiani: con le stesse divise nere dei Black Block — notate — ideate dallo stesso costumista: abbiate paura dell’Uomo Nero, il Nero è il colore della cattiveria e del mistero… Serve a far rivoltare le anime della gente normale.

Come a rivoltare le anime dei credenti in piazza San Pietro quando le Femen, stipendiate per la trasferte e la prestazione professionale, esibiscono le tette con qualche bestemmia in pennarello. Come sui russi, sicuramente, quando le Pussy, si son messe a cantare bestemmie e oscenità sull’altare della cattedrale di Cristo Salvatore: «Merda, merda, merda del Signore!». Arrestate dalla polizia russa, la loro condanna fu giudicata dalla cancelliera federale tedesca, Angela Merkel, “sproporzionatamente severa” e “non conforme ai valori europei di democrazia e stato di diritto, ai quali la Russia è legata in virtù della sua appartenenza al Consiglio d’Europa” (Wikipedia).

Non escluderei che i vandalismi di Milano siano stati almeno autorizzati dalla Cancelleria, oltre che dal Paese di cui adesso le Pussy sono cittadine, gli USA. Perché un’altra cosa è certa: lo scatenamento contro i milanesi è stato deciso all’estero. Ed USA e Berlino su queste cose occulte sono k e kamicia, come dimostra la scoperta che lo spionaggio germanico (BND) ha spiato, per conto della NSA, i governanti francesi e persino la UE…

Certo, qui ai mandanti non manca mai l’attiva collaborazione delle «istituzioni» cosiddette «nazionali». Quando giorni orsono la polizia aveva beccato a Lorenteggio, in case occupate, ospiti degli abusivi, una dozzina di tedeschi alternativi con martelli spaccavetrine, vernici, estintori carichi, maschere antigas eccetera, la valorosa magistratura ha negato l’espulsione: fra i motivi c’era che non si potevano espellere cittadini europei. Ciò è «non conforme ai valori europei di democrazia e stato di diritto», e la misura è apparsa al giudice «sproporzionatamente severa».

Sto citando la Merkel, non i magistrati, sia chiaro. È la stessa magistratura valorosissima, con immensi poteri in Italia, che periodicamente incrimina i dirigenti di Finmeccanica perché commette l’inaudito delitto, ignoto alle altre fabbriche che vendono armi a stati esteri, di «pagare tangenti». Corruzione! In galera! Sono anni, perché sono anni che Finmeccanica fa gola alle multinazionali estere del settore, che vogliono la privatizzazione con azioni al minimo (eh cosa volete, con la dirigenza in galera) perché il gioiello lo vogliono, ma a prezzi da liquidazione.

È la stessa magistratura che nel ’79 incriminò il direttore di Bankitalia Paolo Baffi, e giunse ad arrestare preventivamente il suo vice Sarcinelli, perché si opponevano al «divorzio fra banca centrale e Tesoro»: finché durava il «matrimonio», lo Stato finanziava il suo debito pubblico senza dover ricorrere, col cappello in mano ed offrendo interessi altissimi, ai «mercati». Baffi fu incriminato per favoreggiamento e interesse privato in atti d’ufficio dal (validissimo) giudice istruttore Antonio Alibrandi e dal ( venerabilissimo) sostituto procuratore di Roma Luciano Infelisi. Baffi e Sarcinelli furono prosciolti in istruttoria: ormai la missione era compiuta, il divorzio fra Bankitalia e Tesoro era cosa fatta. I due magistrati non furono né indagati né censurati. Rimasero valorosissimi.

I poteri forti transnazionali possono sempre contare sulla casta giudiziaria italiota: quando gli ordini vengono trasmessi – probabilmente sotto la squadra e il compasso – non mancano mai di obbedire.

Valorosissimi come quelli che oggi hanno lasciato stare a Milano quei Black Blok che gli agenti avevano beccato prima… e quegli altri a centinaia, che hanno lasciato campeggiare al Parco di Trenno le notti precedenti. Certo, non commettevano alcun reato. Provate voi, cittadino comune, a mettere una tenda – che dico, un ombrellone – sui prati di un qualunque parco pubblico milanese, e vedete se non vi piomba addosso un vigile urbano che vi multa, e magari chiama i caramba.

La polizia ha capito il messaggio, ed ha abbandonato la città ai vandali, e i cittadini alla violenza frenetica e insensata. Il messaggio era: se alzate un dito, la valorosa Procura vi incrimina, vi fa licenziare, e dovete pure spendere in avvocati, e i media sussidiati progressisti vi metteranno nel mucchio dei picchiatori della scuola Diaz… quelli mandati da De Gennaro al G8 per far cadere Berlusconi. Invece qui non c’è stato il morto, «Ottimo lavoro» vi dice il ministro. Che non si dimetterà.

Non si dimise nemmeno Scajola dopo il G-8. Peggio: Scajola non licenziò il capo della polizia De Gennaro, che era apertamente, platealmente il responsabile dei disordini e delle distruzioni che per mestiere doveva impedire, e degli eccessi a cose fatte commessi dai suoi uomini nella Diaz. Troppo potente, troppo protetto (da Violante, Caselli, financo da Napolitano presidente), troppo CIA si disse. Indenne e impunito della sua scandalosa incompetenza, anche se lo scopo dei disordini era far cadere il governo Berlusconi.

Oggi, è possibile che uno degli scopi per cui sono stati scatenati i BB sia di far cadere il Governo Renzi? O di un avvertimento che lui, più che noi, saprà capire? Tipo: lì ti abbiamo messo «Noi», non fare l’autonomo (per esempio) con Vladimir. È un’ipotesi che, per il momento, appoggio solo su una evidenza: Renzi non aveva l’idea di quel che stava avvenendo contro i milanesi, quando – dall’Expo miracolosamente non investita da alcuna manifestazione – ha proclamato da sbruffone: «Siamo un grande Paese, abbiamo una grande forza, un grande ruolo. Basta piangersi addosso, come vorrebbero i professionisti del ‘non ce la farete mai’. Cari signori professionisti, stamattina avete la vostra risposta».

Abbiamo la risposta: una figura «di palta» (come dice Salvini) per Matteo Renzi. Una figura che molti hanno come minimo desiderato, sia all’interno sia all’estero. La cosa che dovrebbe fare Renzi è, finalmente, un decreto utile: la responsabilità civile dei magistrati, severissima. Non credo che lo farà.

C’è ovviamente l’altra versione del cui prodest: che i BB vengano scatenati per discreditare il movimento «no global», rovinare il successone delle grandissime e pacifiche manifestazioni dei no-Tav, dei centri sociali e degli alternativi. È una vecchia tesi che trovate qui.

È una teoria del complotto che ha qualche punto d’appoggio. È vero che certe cose hanno il professionismo di operazioni «stay behind», e una segnatura americana (o BND?). Ma qui, a Milano, quella dei pacifici no-Tav non era una «grande» manifestazione. Non era un «successo». E i manifestanti ‘pacifici’, intervistati dai giornalisti radiofonici a caldo, approvavano le distruzioni dei BB: di pancia, d’istinto, stavano con loro.

Son sicuro che i pochi arrestati della polizia risulteranno di questo tipo: utili idioti, che si fanno trascinare dal «clima» sapientemente creato, anime che si fanno «possedere», e danno una mano alla distruzione. Cretini. Posseduti.

Il grado sub-umano della Sinistra che – come si sa – «fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo».


1) Anche questa è una firma. La violenza ha sempre da essere insensata, come le decapitazioni dell’ISIS, come l’11 settembre, come Charlie Hebdo… l’insensatezza unita all’estrema violenza paralizza, impedisce di pensare. È questo appunto lo scopo. Un altro scopo, però, è quello cui accennò Moshe Dayan: «Israele deve essere vista come un cane pazzo, troppo pericoloso da provocare».