BISOGNA AIUTARE LA CINA

“Il  coronavirus  non è nemmeno lontanamente sotto controllo – e l’economia mondiale è  in pericolo crescente”, titola  sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard.  I media americani e inglesi sono pieni d critiche al regime per la gestione “sovietica” della crisi.

Dalle immagini e video, sembra davvero che la Cina sia completamente sopraffatta dall’epidemia.

Ma  due cose vanno anzitutto comprese:  primo, che la gigantesca  Cina, rivale mondiale degli USA  resta, nelle sue strutture sociali essenziali, un paese del terzo mondo.  Sì, ha fabbriche che sono capaci di inondare i mercati di carte SIM e circuiti per elettronica di consumo, molto avanzati. Ma escluderei che disponga di  una industria farmaceutica capace, poniamo, di sintetizzare il cocktail di  farmaci  anti-virali che sembra  efficace contro le complicazioni polmonari;  sono farmaci sofisticati come il Baloxavir, i cui segreti,  più che dai brevetti, dai segreti di fabbricazione. E  l’anti-Hiv è sicuramente costoso. E poi, quale industria  farmaceutica anche avanzata, sarebbe in grado di produrre le centinaia di milioni di dosi necessarie?

La seconda:  a creare difficoltà è  la misura stessa titanica dello sforzo di prevenzione ed isolamento dei sospetti infetti.  Si  allestisce in una settimana un ospedale da migliaia di letti: ma chi  fornisce i pasti ai ricoverati  obbligati a non uscire? E le lavanderie, e le infermerie con ausili meccanici alla respirazione, che sicuramente mancano?

Di più: come vengono approvvigionate sul piano alimentare le città  “sigillate” ? Con decine di milioni di abitanti?

Un video mostra file mostruose di gente davanti a supermercati.

Un video mostra migliaia di polli che sono morti perché nessuno  ha dato  loro  il mangime.

Un “informatore” diffonde le disposizioni del partito ad uso di noi stranieri:

Every family can send one person every two days to buy the necessities needed for life.
Supermarket stores are still open. There is nothing missing in the food,Prices have not risen.This reduces people’s chances of getting infected.
Ogni famiglia può mandare una persona ogni due giorni a comprare le cose necessarie. I supermercati sono ancora aperti. Non c’è mancanza di cibo, i prezzi non sono aumentati..

Ma le persone che cadono sui marciapedi fanno pensare che il virus attacchi le funzioni neuro-cerebrali.


Si vedono negli ospedali cadaveri,ovviamente molto infetti, lasciati lì sul pavimento mezza giornata – certamente l’avanzatissima Cina non ha i crematori sufficienti (ma noi li avremmo?).

E’ uno dei benefici della globalizzazione con lo sviluppo disequilibrato che induce la divisione internazionale del lavoro e le specializzazioni produttive. E adesso l’ordine globalista ha incontrato il suo Cigno Nero. Un Drago nero.

La Hyundai, numero cinque nelle vendite globali di automobili, è stata costretta a chiudere tutte le sue fabbriche in Corea per mancanza di componenti chiave per i quali  dipendeva dalla Cina. Volkswagen, Toyota, General Motors e Tesla hanno ridotto tutta  la produzione nei  loro stabilimenti cinesi, così come Foxconn il fornitore di iPhone di Apple.

E’ il lato B – tragico e comico – della globalizzazione perseguita fino alla follia. “I due terzi dell’economia cinese rimangono chiusi. Oltre l’80% della sua industria manifatturiera è chiuso, salendo al 90% per gli esportatori.Difficile che riapra il 14 febbraio….

“L’economia cinese pesa  il 17% dell’economia mondiale ed è profondamente integrata nelle catene di approvvigionamento internazionali”, dice Evans-Pritchard: “Nel 2003,  solo il 4,5% del PIL mondiale durante l’epidemia di SARS , che già mostrò un intacco notevole nella crescita cinese e  nelle sue  esportazioni. Anche questa crescita mostruosamente rapida è drogata dai capitali mondiali in cerca di profitti (ossia di salari bassi da pagare).

“Non puoi chiudere la Cina a lungo in questi giorni senza chiudere il mondo”, dice Evans-Pritchard.

“Il prezzo del greggio è sceso del 20 per cento, a causa del  crollo della domanda cinese di trasporto e raffinazione –  essa  ha ridotto le importazioni di tre milioni di barili al giorno, forse  4. Questo è il doppio della produzione di petrolio del Mare del Nord nel Regno Unito.  Questo è il più grande shock per i mercati petroliferi dopo la crisi di Lehman.

Il guaio  è che nell’economia mondializzata, non c’è alcuna riserva  di sicurezza  per compensare il collasso economico del Pil cinese e quindi del mondo.

“ Sia la Federal Reserve americana che la Banca centrale europea hanno già rilanciato l’allentamento quantitativo,  cioè inetta liquidità nel sistema, “ cosa strana a fare se l’economia americana stesse avendo i successi che vanta  Donald Trump nel suo discorso sullo stato dell’Unione. Chiaramente la forza degli Stati Uniti è un’illusione di ciclo tardivo. L’esaurimento è stato mascherato sia da un’esplosione di stimolo monetario sia da un deficit fiscale vicino al 5% del PIL.

“Il numero di titoli investment grade con rating BBB o inferiore è aumentato di cinque volte dal 2008, molti appena sopra la “spazzatura”  (junk). .  Il rapporto tra obbligazioni spazzatura con rapporti debito / utili superiori a   6 ha raggiunto il 30%: al di sopra del picco pre-Lehman.

Se la paura prende piede nei mercati azionari,  avverrà  una cascata di declassamenti e “angeli caduti”, che scatenano una  colossale svendita a  prezzi da liquidazione  da parte di fondi obbligazionari.

Il coronavirus è il tipo di catalizzatore del cigno nero di cui si preoccupa l’Ufficio del Tesoro degli Stati Uniti per la ricerca finanziaria (OFR). Il suo ultimo rapporto di stabilità afferma che le obbligazioni societarie sono un  disastro in attesa di un tale innesco.”