Aiuti di stato alle imprese. Ohibò, in Germania si può!

Lo  ha annunciato il ministro tedesco dell’economia, Peter Altmaier:  ha pronta una nuova strategia federale “ per proteggere e promuovere le imprese tedesche in un’economia globale sempre più competitiva “, scrive letteralmente Deutsche Welle. Usando le parole proibite, protezionismo e  promozione pubblica dell’innovazione.

La  classe dirigente  tedesca s’è accorta che  il sistema industriale patrio è invecchiato e dedito a settori troppo maturi. Quindi, ecco elaborata la  “Strategia industriale 2030” :  “necessaria perché le imprese tedesche sono sotto crescente pressione da parte di imprese innovative”, le quali  ricevono sostegno  pubblico negli Stati Uniti e in Cina”.

Altmaier ha risposto alle (immancabili) accuse:  ma questo è protezionismo! E’ massiccio intervento dello stato nell’economia,  dicendo: lo stato darà solo un impulso, una spinta – gli investimenti devono venire  dall’economia privata”:

Si tratta (udite udite) di  “creare  “campioni nazionali” della Germania.  In  nove settori industriali-chiave, identificati dal  documento   in  chimica, ingegneria,  dispositivi medici,aerospaziale ai primi posti; idee  per dotare la Germania di una energia più economica; viene riconosciuta  la necessità di restare alla pari coi progressi tecnologici nella Intelligenza Artificiale e stampa  3D.    L’intervento pubblico riguarderà ovviamente anche le “infrastrutture immateriali”: a cominciare da una riforma delle leggi che vietano in monopoli –    un sacro idolo del liberismo, che però impedisce alle imprese tedesche di fondersi e diventare “campioni nazionali”, e  un sistema fiscale competitivo.  Già attuata una restrizione degli investimenti esteri in Germania, altro idolo liberista: ci si è accorti che gli investitori esteri depauperamo il paese delle competenze. tecnnologie e brevetti accumulati  nell’impresa venduta. Inaudito.

A novembre  scorso, Altmaier ha   tenuto un vertice dell’economia a Berlino, dove durante tre giorni si  è  riconosciuto che all’Europa manca la “platform economy”  –  che ha reso miniere di diamanti  Apple, Amazon, Google, Microsoft, Facebook, Tencent o Alibaba .     Ossia di un  mondo “ focalizzato a facilitare le interazioni e le transazioni tra più produttori e consumatori su una piattaforma tecnica condivisa”, un  motore estremamente potente di scambia commerciali e di innovazione nell’era digitale.    “Mentre stiamo parlando,  fuori sta succedendo una rivoluzione!” ha dichiarato il ministro Peter Altmaier : ed è lodevole il senso di urgenza, qualcosa che manca del tutto al dibattito pubblico sull’economia italiana.

 

Come prevedibile,  i media hanno dato voce  agli economisti liberisti  che hanno sparato a  zero sul progetto. Lars Feld, consigliere del governo  come membro del Consiglio tedesco degli esperti economici, ha dichiarato a Die Welt che  la concentrazione  della strategia su “sovvenzioni e regolamentazione” non è   coerente con l’economia di mercato. Il governo non può presumere di sapere quali aziende e  tecnologie promuovere e quale sarebbe la quota ottimale di produzione in futuro.

Il professor Hans Peter Grüner dell’Università di Mannheim ha dichiarato al quotidiano che una strategia “basata sul modello cinese” di sostegno statale non è “assolutamente possibile” perché ridurrebbe la concorrenza interna e porterebbe a prezzi più alti per i consumatori.

Un altro membro del Consiglio tedesco degli esperti economici, Peter Bofinger, ha tuttavia accolto con favore il fatto che il governo “pensasse a un concetto generale per l’industria e l’innovazione”.

“L’importante è trovare una risposta strategica alla politica industriale perseguita dalla Cina”, ha affermato.

Vero è che   non tutto riluce nella  Strategia 2030.  Come imprese tedesche a cui andrà il sostegno statale vengono indicate, oltre la BASF e la Siemens (e va benissimo: sono i colossi industriali da svecchiare) anche la Deutsche Bank…
Tuttavia bisogna riconoscere   che la Germania sta sviluppando forme di azione politica  fuori dal conformismo e dlla dipendenza dal politicamente corretto, come dagli Usa.

 

 

Rigettato lo F-35, il 31 gennaio Francia & Germania hanno affidato @AirbusDefence @Dassault_OnAir, un contratto di 2 anni e € 65m per uno studio di architettura del loro programma di caccia congiunta, ex e #FCAS un come sistema di armi di nuova generazione.  http://www.defense-aerospace.com/article-view/feature/199630/airbus%2C-dassault-jointly-awarded-two_year-scaf-%C2%A7-fcas-architecture-study.html

 

Pare esistano in Germania alcuni, nella classe dirigente, che hanno ascoltato le critiche  di AshokaMody (la Germania non è una “locomotiva” ma è al traino dell’economia USA e  cinese) , e   persino letto il saggio di Mariana Mazzuccato,  Lo Stato Innovatore, che dimostra appunto come le innovazioni  maggiori    che hanno creato vasti mercati di consumo, (internet, digitalizzazione  eccetera) non le ha  prodotte “Il mercato”,  ancor meno “l’iniziativa privata”,bensì lo Stato con i fondi alla ricerca – militare essenzialmente.

Saggi  e considerazioni che sicuramente non hanno letto Di Maio, Toninelli, Conte e  gli altri che perseguono in Italia il bolivarismo senza  lavoro  né studio, e la spesa pubblica per  l’assistenza a fondo perduto.

Lettura per Toninelli, Di Maio e Dibba .