PREDICAZIONE DEL ROSARIO

re ALfonso salvato dal Rosario  –  perché lo predicava oltre che praticarlo.

Alessio C.

Rosa ottava del trattato sul Rosario di San Luigi di Montfort

“[29] La Vergine santa non favorisce solo i predicatori del Rosario: ella ricompensa con magnificenza anche chi, con l’esempio, attira gli altri a questa devozione.
Alfonso, re di Léon e di Galizia, desiderando che i suoi domestici onorassero la Vergine santa col Rosario, pensò bene di portare al fianco una grossa corona per incitarli con il suo esempio, senza ch’egli, tuttavia, si obbligasse a recitarlo; in tal modo indusse tutti i componenti la corte a recitarlo devotamente. Il re si ammalò e giunse agli estremi. Lo si credeva già morto, ed invece era semplicemente rapito in estasi e portato davanti al tribunale di Gesù Cristo. Vide i demoni che l’accusavano di tutti i delitti che aveva commesso; il divin Giudice era già sul punto di condannarlo alla pena eterna, quando la Vergine intervenne presso il Figlio per intercedere in favore del re. Si prese allora una bilancia, si buttarono su un piatto tutti i peccati del re; la Madonna gettò sull’altro piatto il grosso Rosario che Alfonso aveva portato per onorarla, vi aggiunse i Rosari che, dietro il suo esempio, aveva fatto recitare. Tutto questo pesò più dei peccati; ed allora la Vergine gli disse guardandolo benignamente: “Per ricompensarti del piccolo servizio che mi hai reso portando la corona, ti ho ottenuto da mio Figlio di vivere ancora per alcuni anni, Impiegali bene e fai penitenza”.

Parolin condanna Salvini e non dice una parola pubblica contro l’aborto, contro le unioni gay (abominio), sulle violenze ai bambini (altro abominio) con l’utero in affitto, e si guarda bene dal promuovere la recita del rosario in pubblico…. Eppure Mons. Parolin dovrebbe sapere che la predicazione del Rosario in pubblico dovrebbe essere anche un suo preciso compito, come riportato sempre dal libro del Montfort

“Vergine Santa ordinò al Beato Alano della Rupe, illustre dottore e predicatore di fama dell’Ordine di S. Domenico del convento di Dinan, in Bretagna, di rinnovare l’antica Confraternita del santo Rosario; così, per disposizione della Vergine, l’onore di ristabilire la nota Confraternita, toccò a un religioso della stessa provincia dove essa era nata.
Per compiere quest’opera il beato Alano incominciò a lavorare nel 1460, specialmente dopo che Nostro Signore – come egli stesso riferisce – gli disse, dall’Ostia Santa mentre celebrava la Messa, per deciderlo a predicare il Rosario:
“Ma come, di nuovo tu mi metti in croce?”.
“Che dite mai Signore?”, rispose il beato Alano, spaventato.
“Sì, sono i tuoi peccati che mi crocifiggono – soggiunse Gesù – e preferirei venire crocefisso un’al tra volta piuttosto che vedere il Padre mio nuovamente offeso dai peccati che hai commesso in passato. E anche adesso tu mi crocifiggi poiché possiedi la scienza e quanto occorre per predicare il Rosario della mia Madre e con questo mezzo istruire, tenere lontane dal peccato tante anime in modo da salvarle ed
impedire molti altri mali, ma tu non lo fai e così sei colpevole dei peccati che si commettono”. Questi tremendi rimproveri decisero il beato Alano a predicare senza posa il Rosario.”