QUANDO SI SPEZZA LA SPINA DORSALE AMERICANA?

In California , fra gli incendi,  infuria l’epatite A, seminando vittime tra le tendopoli dei senzatetto disoccupati fra San Diego e Sacramento.  Sono 569 gli infetti e 17 i morti finora. La malattia, altamente contagiosa, sarebbe dovuta alle autorità della città di  San Diego, che hanno espulso in massa i senzatetto  (“e  il gran mercato di droga e prostituzione che infuria tra essi”,  scrive Breitbart)  dal Petco Park  in cui erano accampati,  nel luglio 2016, dove doveva giocarsi il Major League Baseball All-Star Game, grande attrattiva di turismo.  Il metodo usato per “convincere” gli attendati è stato sbarrare i bagni e le toilettes pubblici, di cui la massa dei senzatetto  si serviva.

Situazione  aggravata immediatamente da una norma molto ecologica ed altamente ambientalista, secondo il più puro spirito californiano, vegano e bio:  il bando, deciso dal comune di San Diego, delle buste di plastica da supermercato, ciò che  ha privato i senza casa di “un mezzo alternativo di sbarazzarsi delle deiezioni umane dal momento che i WC non erano disponibili”.

In  California   – il più ricco stato degli Usa  – ci sono 115,738 homeless, il 21 per cento di tutti i senzatetto americani. E siccome dal 2006 i gruppi progressisti ideologici di sinistra, coi loro avvocati a (presunta) difesa  dei diritti  dei senzatetto, hanno impedito alla polizia di applicare le norme per cui gli agenti prima potevano  forzare i senza-casa, trovati in giro dopo le 9 di sera, a dormire negli appositi ricoveri, sono quasi tutti attendati e senza strutture igieniche. Adesso le autorità sanitarie cercano disperatamente di vaccinarli,  ma siccome questi attendati sono  troppo spesso in qualche guaio con la giustizia  (magari non hanno più pagato il mutuo…) fanno di tutto per evitare di essere identificati.

La California non è solo  lo stato più ricco, è anche quello dove l’economia è più “sofisticata” e di successo; quello dove la lobby LGBT comanda e impone i suoi “stili di vita” nel modo più “libero”; è anche il più progressista e “aperto all’immigrazione”, tanto che il suo governatore Jerry Brown, superdemocratico,  ha emanato una serie di norme che vanificano  deliberatamente   le leggi anti-immigrazione e varate da Trump (ICE Immigration and Customs Enforcement):  gli immigrati clandestini sono benvenuti in California, possono accomodarsi  fra i campi di tende e ricevere  il vaccino contro l’epatite A, invece dei wc.

Quando gli uragani e i cicloni  di qualche settimana fa hanno devastato il Texas, non pochi “progressisti”   di successo californiani hanno più o meno fatto capire che, essendo nel Texas tutti elettori di Trump, la rovina era quella che s’erano chiamati  e meritati. La  California è ovviamente esente dai cicloni atlantici. Il suo problema climatico è, se mai,   la siccità. Attualmente, infuriano incendi incoercibili nella Napa Valley, la ricca  zona vitivinicola, “Sonoma ed  altre sei contee”, dove “migliaia di residenti hanno dovuto evacuare le loro case, mentre altre migliaia di preparano ad evacuare, mentre 14 incendi seminano la distruzione nella nord-California, resistendo  a tutti gli sforzi  per contenerli”. Spinti dal vento,  gli incendi avanzano e si estendono con rapidità prodigiosa.   Sette i morti  finora,  ha confermato lo Sceriffo di Sonoma, presi in auto tra le fiamme. Fiamme “come un inferno, mai visto prima”, twittano i testimoni. L’immensa nube di fumo è visibile dai satelliti artificiali.  Almeno 1500 abitazioni sono distrutte (e i proprietari avranno i soldi per ricostruirle?).   I servizi di comunicazione, internet,  sono interrotti in vaste zone, mostrando la fragilità di una economia  basta sul digitale e telecom. E’ forse un castigo che  i californiani si sono “chiamati “ per aver votato Hillary?  Per il loro “stile di vita”?

Se fosse così, si sappia che sono lungi dall’intraprendere la strada del  pentimento.  “I raccolti di Cannabis son minacciati dagli incendi”, titola il San Francisco Gate, e ci informa che  da 3 mila a 9 mila “orti” nella sola Sonoma, perfettamente legali (ça va sans dire), valgono “decine di milioni di dollari” che rischiano di andare in fumo. Toccherà importare la ricreativa sostanza, per i consumatori di San Francisco?

http://www.sfgate.com/bayarea/article/Cannabis-harvests-threatened-by-Sonoma-County-s-12263991.php

Manca la soluzione salina. Veniva da Portorico

C’è da chiedersi quando finalmente queste vaste distruzioni ad Est  e ad Ovest  cominceranno a piegare il nerbo economico degli Stati Uniti. Quanto saranno colpite le aziende d’assicurazione, chiamate a rifondere i danni degli incendi e delle alluvioni. Quanto ci metteranno a tornare a funzionare le raffinerie fuori servizio delle zone colpite dai cicloni, quali e quante industrie danneggiate   non sono in grado di riprendere a funzionare per settimane o mesi.  I dati sono sparsi, sottovalutati dai media, o taciuti.

Solo occasionalmente si viene a sapere, per esempio, che tutti gli ospedali Usa soffrono “disperata carenza di soluzione  salina”  dopo  “la distruzione delle fabbriche di produzione a Porto Rico, azzerate dall’Uragano Maria”.   E Porto Rico non è certo una zona ad alta intensità industriale come il Texas o la California. Il capitalismo terminale  –  in questo caso la Baxter, gigante farmaceutico che , apprendiamo,  ha praticamente  il monopolio del prodotto –  vi ha concentrato  per un’ovvia convenienza di costi bassi una industria che invece avrebbe dovuto essere sparsa sul territorio. Ora ospedali di New York mancano dei flaconi di soluzione,  essenziali per ogni fleboclisi, infusione endovena di farmaci, per la idratazione e  riequilibrare gli squilibri elettrolitici  – i flaconi che sono onnipresenti in ogni corsia.

http://www.dailymail.co.uk/health/article-4963624/Shortage-Puerto-Rico-saline-solution-impending.html#ixzz4v5oRRsOP

I palloni di Google.

Quando tornerà a funzionare la ditta a Portorico? Forse fra qualche giorno? Non c’è da giurarci. Si apprende che Google sta progettando l’uso di palloni aerostatici da far fluttuare ad alta quota  a Portorico, onde riattivare la rete Internet,  perché “l’83% delle cellule telefoniche restano  fuori uso” nell’isola.  La Federal Reserve ha mandato un aereo da carico pieno di  banconote perché alla popolazione non sono rimasti i contanti, né (chi li aveva) conti in banca accessibili senza luce e senza web.

http://www.businessinsider.com/google-project-loon-balloons-internet-cell-puerto-rico-2017-10?IR=T

Aggiungiamoci le  morti per  oppioidi, antidolorifici di prescrizione medica. 33.091  americani ne sono morti nel 2015; supereranno i 36 mila nel 2017. Ancor più delle morti  pesano sull’economia le centinaia di migliaia di assenze dovute a questi farmaci, denunciate dai datori di lavoro.

I suicidi dei bianchi adulti

Aggiungiamoci le sparatorie sempre più frequenti, dove Baltimora sta per superare Chicago (che ha quattro volte più abitanti)  nel numero di omicidi l’anno. Aggiungiamoci l’obesità mostruosa. L’aumento dei suicidi: 121 americani al giorno si tolgono la vita,  e 93  sono uomini; ultimamente, con un rialzo spaventoso di uomini bianchi fra i 45 e i 65.  Tutte “malattie della disperazione”,  ha scritto il saggista Chris Hedge,  segno per lui della perdita di senso e anche di reddito in questa recessione-depressione di lunga durata e negata. “Una  perdita di lavoro non è solo un malessere finanziario. Taglia  i legami sociali vitali, come ha spiegato il sociologo Emile Durkheim, che ci danno un significato.  Lo scadimento dallo status sociale e dal potere sociale, l’incapacità di avanzare, la  mancanza di istruzione e di cure sanitarie, la perdita di speranza sono forme di umiliazione paralizzante. Questa umiliazione alimenta la solitudine, la frustrazione,   e il sentimento di inutilità.   Per chi è marginalizzato e rigettato dalla società,  la vita non ha più senso”.

Domando: quando finalmente tutto ciò fiaccherà  l’economia della superpotenza, romperà la sua spina dorsale tanto da non  lasciarle più forze e risorse sufficienti  al  suo bellicismo imperiale? Me lo chiedo perché  ho letto su Sputnik News questa notizia:

Media israeliani invitano Usa a prepararsi per una guerra con Siria, Russia e Iran

“In un recente articolo intitolato “Perché Israele ha bisogno di preparare l’America per la prossima guerra in Siria”, lo scrittore del Jerusalem Post  Eric R. Mandel (un sionista americano) propone che il governo americano e le persone devono diventare partner di guerra di Israele disposti alla guerra per eventuali attacchi futuri delle forze di difesa israeliane contro obiettivi militari siriani, russi e / o iraniani.

Scrive il Jerusalem Post:

“La regione del Medio Oriente  potrebbe essere incendiata con una sola azione. Tale incendio potrebbe essere un attacco israeliano significativo in Siria in risposta ai crescenti trasferimenti militari facilitati da una permanente presenza iraniana, avviando verso una più ampia conflagrazione regionale. Ecco perché Israele deve preparare il suo alleato americano prima di sapere che Israele non potrà stare in attesa, mentre l’Iran utilizza la sua nuova base per trasferire armamenti più e più potenti a Hezbollah”.

Insomma, Shylock pretende l’ultima libbra di carne dal suo Golem. Ed esso risponde.  In un paese socialmente   e psichicamente alle corde, devastato da  catastrofi,  il Senato ha appena stanziato un aumento delle spese militari di ben il 10%;    con convinto voto bi-partisan, e concedendo ancor più di quel che chiedeva l’amministrazione Trump per  “ricostruire l’apparato militare” usurato in un ventennio di guerre nelle polveri del Medio Oriente.

Trump che aveva promesso “un trilione di dollari di investimenti nelle infrastrutture” interne,  anch’esse usurate,  adesso offre “un aumento di un trilione di dollari in difesa”, che è la “seconda  miglior scelta” perché “garantirà abbastanza posti di lavoro in Stati chiave da garantire la rielezione del 2020”, scrive SouthFront. .

Naturalmente ci vengono a mente le profezie di Teresa Neuman, la beata stimmatizzata: gli Stati Uniti saranno  messi a terra economicamente non da un nemico,  da una serie di catastrofi naturali. Ma quando?