MA SARANNO QUESTI I ROM A CUI LA RAGGI DA’ 800 EURO AL MESE?

Vorrei solo ricordare   ad alcuni lettori che straparlano,  di che tipo sono gli zingari a cui la Raggi  offre 800 euro perché si riciclino: 

Avete già dimenticato  il funerale del loro boss Vittorio Casamonica l’agosto 2015?  Con  la pioggia di petali di rose lanciati dall’elicottero e la banda musicale che intona la musica di Il Padrino?

Dal Fatto Quotidiano di allora:

Hai conquistato Roma ora conquisterai il paradiso” recita un manifesto all’entrata della chiesa. Il suo volto in primissimo piano, vestito di bianco e con il crocifisso al collo, il Colosseo e la Cupola di San Pietro sullo sfondo, e la scritta “Re di Roma” a caratteri scatolati per omaggiare un pezzo da Novanta del clan che nella Capitale gestisce il racket delle estorsioni e dell’usura nella periferia sud est di Roma. Un funerale in cui la parola d’ordine sembra essere una sola: mettere in scena tutto lo sfarzo possibile. E infatti il feretro del boss Casamonica viene trascinato dalla carrozza per le strade della capitale, quasi fosse un capo di Stato, mentre un elicottero lancia petali rossi sulla folla di presenti, che applaude e lancia grida di commiato verso la bara del defunto. Che alla fine viene caricato su una Rolls-Royce, come uno di quei ricevimenti funebri italo americani resi celebri da Hollywood, mentre la banda musicale suona la colonna sonora di un altro celebre film: “2001 Odissea nello spazio”.  

Coinvolto nell’inchiesta su Mafia capitale, indicato come uno dei quattro clan che regnano su Roma dall’inchiesta del settimanale Espresso (e in seguito alla quale sono arrivate pesanti minacce al giornalista Lirio Abbate) il clan dei Casamonica è composto da famiglie sinti, etnia nomade ormai presente da decenni in Italia, originario dall’Abruzzo. Poi, negli Settanta si trasferiscono a Roma dove iniziano a specializzarsi nel racket e nell’usura nella periferie sudest della Capitale. Negli anni Novanta fanno il salto di qualità, s’inseriscono nel mercato degli stupefacenti, prendono il sopravvento nella zona tra Anagnina e Tuscolano, si alleano con i clan dei Castelli, con alcuni affiliati alla ‘Ndrangheta dei Piromalli e Molè, con uomini della Banda della Magliana”.

E questi  stanno ancora a Roma dove spadroneggiano. Sotto gli occhi di polizia, di prefetti, di procuratori anti-mafia che hanno sbattuto Carminati al carcere   di massima sicurezza,  cercando di identificare una Mafia che hanno sotto gli occhi. Questi zingari  sì che dovrebbero essere perseguitati, con tutti i mezzi  in modo da rendere loro la vita impossibile  nella Capitale; anche usando i corpi speciali,se occorre.  Nell’inadempienza totale degli apparati pubblici, non è nemmeno colpa della Raggi, a questo punto: si barcamena.