Risate sul sisma e ritardi: lo scandalo delle casette rosse spartite dalle coop vicine al Pd

(MB: Mi domandavo: chissà quali ditte vinceranno il bando per le casette ai terremotati? In Trentino e Alto Adige le fanno meglio e  al minor prezzo. Senza stupore, scopriamo che per vincere bisogna essere del PD.  Partito del Commissario.  Questa è gente da galera).

Accumoli.L’uomo che esultava per le scosse aveva poi ottenuto i lavori

di GIULIANO FOSCHINI E FABIO TONACCI

La Repubblica, 21 Luglio, 2017

ROMA. Vito Giuseppe Giustino, il patron della cooperativa L’Internazionale di Altamura, non rideva a caso subito dopo il terremoto del 24 agosto. Aveva capito che quella tragedia sarebbe stata ottimo affare. E infatti, mesi dopo, lo ritroviamo a montare le prime casette di legno ad Accumoli, prima di essere messo ai domiciliari mercoledì scorso dai magistrati dell’Aquila che indagano sugli appalti pilotati della ricostruzione post sisma 2009.

Ma chi è Vito Giuseppe Giustino? La sua storia consente di afferrare il filo rosso che lega le 396 casette di legno finora consegnate ai sindaci (su 3.830 ordinate, circa il 10 per cento) nel cratere del Centro Italia, in ritardo rispetto alle aspettative degli sfollati per colpa della burocrazia e della difficoltà a trovare aree adatte dove metterle. Un filo rosso come l’area politica in cui gravita chi quelle casette sta assemblando. Consorzi, imprenditori, cooperative, fornitori di materiale. Giustino, ad esempio, è il presidente della cooperativa di Altamura L’Internazionale, una delle duecento e passa socie del Cns, il Consorzio nazionale servizi che ha sede a Bologna e fa parte della Legacoop. Anche L’Internazionale ne fa parte, ma dopo l’inchiesta dell’Aquila è stata sospesa.

Il consorzio Cns, dunque. Risulta come primo classificato in due dei tre lotti della maxi-gara per la fornitura in tutto il Paese di moduli abitativi di emergenza (le casette antisismiche), dal valore totale di 1,18 miliardi di euro, bandita da Consip nel 2014 e aggiudicata nell’agosto del 2015. Nel lotto del Centro Italia, Cns vince associandosi al Consorzio Cogeco 7 e a maggio dello scorso anno firmano un protocollo d’intesa con la Protezione civile e la Presidenza del consiglio nel quale si impegnano a fornire “fino a 6.000 casette”. Non devono costruirle tutte loro, però. Il protocollo prevede che dopo le prime 850 subentri per le successive 780 la seconda classificata, il Consorzio Stabile Arcale di Impruneta, e poi la terza classificata per altre 225. E così a giro, fino a raggiungere le 6.000 unità.

Il tempismo è stato drammaticamente perfetto.

Tre mesi dopo aver sottoscritto quel protocollo, infatti, l’Italia trema violentemente. C’è bisogno delle casette, e alla svelta: la direzione del Cns a quel punto sceglie, tra le sue associate, chi può sostenere un notevole onere finanziario e gli affida il lavoro. Ad ottobre l’altro terremoto aumenta il fabbisogno, e la Cns dispiega nel cratere otto grosse aziende. Ad oggi sono loro ad aver prodotto quasi tutte le casette abitate, la Arcale ne ha consegnate meno di 30. “Non è un business, è una missione per aiutare gli sfollati e stiamo facendo il massimo”, rivendicano i dirigenti Cns. Qualcosa in Umbria, però, non sembra essere andato per il verso giusto. La responsabilità per la fornitura di Norcia e dintorni viene data alle due consorziate Gesta e Kineo, le quali hanno comprato impianti e kit di montaggio da due imprese ternane, la Italstem e la Cosptecnoservice (che fa parte del Cns).

Quest’ultima, stando agli atti depositati alla Camera di Commercio, opera nei settori delle pulizie, monta segnali stradali, recapita bollette. Non si occupa di edilizia, tant’è che per rispettare il contratto si deve appoggiare a un altro fornitore, la Vipal. Un passaggio che ha incuriosito anche gli investigatori dell’Anticorruzione di Cantone.

Il presidente del cda di Cosp, Danilo Valenti, è un uomo che coltiva relazioni che contano nella sinistra locale. È legato alla governatrice del Pd Catiuscia Marini per ragioni politiche e lavorative: è vice presidente di Legacoopservizi, della quale Marini è dipendente in aspettativa; nelle occasioni pubbliche si fanno vedere spesso insieme; la sua società risulta tra i finanziatori della campagna elettorale di Marini. Valenti sa muoversi, e bene, nel centrosinistra e il 9 novembre del 2014 si fa vedere in prima fila al Palazzo delle Fontane di Roma per la cena di autofinanziamento (mille euro a persona) organizzata dall’allora premier Matteo Renzi.
Valenti, ternano, è poi molto vicino al sindaco Pd della sua città, Leopoldo Di Girolamo, finito nel maggio scorso nell’inchiesta della procura di Terni su affidamenti sospetti di appalti comunali. Ancora una volta a cooperative. In alcuni atti degli investigatori datati novembre 2016 spuntava anche il nome di Valenti nella lista degli indagati. “Oggi non risulto iscritto, ho fatto la richiesta di accesso al registro della procura”, dice Valenti.

Nelle carte sono riportati degli sms di compiacimento perché la sua azienda era riuscita a entrare nella white list della Prefettura nonostante fosse socia al 49 per cento della Viterbo Ambiente, che aveva ricevuto un’interdittiva antimafia (poi revocata). “Sono ancora in white!”, scriveva Valenti nel settembre 2016 all’assessore Stefano Bucari, coinvolto come il sindaco nell’indagine ternana.

Anche il consorzio Arcale, la seconda classificata della gara Consip, è un nome conosciuto ai piani alti della politica. Tra i soci c’è la Sistem Costruzioni srl, uno dei più quotati produttori in Europa di moduli in legno lamellare e alluminio, il cui amministratore delegato è Emanuele Orsini. È il presidente di Assolegno e vice presidente dei Federlegno, ma soprattutto era tra i promotori della prima ora dei comitati elettorali pro Renzi nel 2012. Ad Arcale si sarebbe in qualche modo interessato nel settembre scorso l’avvocato Alberto Bianchi, il renzianissimo presidente della fondazione Open. “Bianchi – scrive il gip di Napoli Dario Gallo in un decreto che autorizza le intercettazioni telefoniche nell’ambito dell’inchiesta su Alfredo Romeo, la Consip e il padre dell’ex premier Tiziano Renzi – sta sponsorizzando presso Marroni (Luigi, l’ex ad di Consip) un’azienda classificatasi seconda per la realizzazione delle casette in legno per i terremotati di Amatrice”. Una versione che Bianchi, annunciando querele, definisce “una vergognosa insinuazione “. In effetti il Consorzio Arcale non ha avuto bisogno di Bianchi per iniziare a lavorare con le casette. Ci ha pensato il terremoto del 30 ottobre.