OCCORRE UNA “MANI PULITE” 2.0?

IL SUICIDIO IMPERFETTO’ – IL PM CHE INDAGAVA SULLA MORTE DI DAVID ROSSI FU ‘PROMOSSO/RIMOSSO’ DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA PROPRIO MENTRE LA SUA INCHIESTA ENTRAVA NEL VIVO: ORA IL LIBRO DI DAVIDE VECCHI SVELA LE CARTE PROCESSUALI CON TUTTO QUELLO CHE NON TORNA: PERCHÉ FURONO DISTRUTTI I REPERTI? CHE FINE HA FATTO IL DNA? E L’OROLOGIO LANCIATO MEZZORA DOPO LA SUA CADUTA?

 

 

Il 6 marzo 2013, dopo aver avvisato la moglie che stava rientrando a casa, David Rossi, il capo della comunicazione di Mps e da dieci anni braccio destro di Giuseppe Mussari, viene trovato morto nel vicolo sotto la finestra del suo ufficio. Per i magistrati di Siena titolari del fascicolo, Nicola Marini e l’aggiunto Aldo Natalini, è sin da subito un suicidio. Due anni dopo una nuova inchiesta, avviata dal pm Andrea Boni, ha reso evidenti tutte le falle, le carenze, i buchi della prima indagine con atti ritenuti dagli stessi periti nominati dalla procura al limite della sciatteria.

 

Il libro “Il caso David Rossi, il suicidio imperfetto” (in libreria da giovedì 12 ottobre per Chiarelettere) ricostruisce l’intera vicenda proprio attraverso le carte delle inchieste per scoprire che il suicidio, come ipotizzato dai magistrati, non è l’unico scenario plausibile. Sono troppe le cose che non tornano nella ricostruzione compiuta dalla magistratura. Sia per quanto riguarda il prima, sia il durante sia il dopo la morte di David Rossi.

 

Reperti spariti o addirittura distrutti dagli stessi magistrati prima ancora di analizzarli, elementi fondamentali come tabulati e video registrati dalle 12 telecamere mai acquisiti, persone presenti in Mps non convocate né sentite, analisi scientifiche nell’ufficio e nel vicolo dove è stato trovato il cadavere mai compiute.

 

Boni non rinuncia e usa tutti gli strumenti a sua disposizione per reperire il maggior

L’orologio che cade accanto a David Rossi mezz”ora dopo il volo.

numero di informazioni possibili. Per fare il suo mestiere: individuare la realtà, qualunque essa sia. Così dà mandato ai Carabinieri della polizia giudiziaria di individuare e sentire «il personale tutto del servizio 118 al fine di cercare di chiarire se al momento del loro intervento la camicia del Rossi era o meno lacerata, se – prima di girare il corpo – si resero conto se i pantaloni del Rossi fossero sporchi o meno, se ebbero a rendersi conto delle condizioni delle punte e delle suole delle scarpe e circa l’aver visto o meno il cinturino e la cassa dell’orologio del Rossi».

[…]

Poi cerca i reperti che dagli atti risultano sequestrati. Ma dopo i video e i vestiti emerge che pure i fazzoletti di carta sporchi di sangue trovati nell’ufficio di David sono andati distrutti, insieme alle linguette dei cerotti e ad altro materiale. Sono stati analizzati? Si sa di che sangue si tratta? No. Nessuna analisi scientifica è stata compiuta. A forza di scoprire che mancano reperti fondamentali Boni fa richiesta ufficiale alla polizia giudiziaria per chiederle di accertare quali reperti effettivamente siano ancora disponibili e non siano andati persi o distrutti.

Ciò che rimane è al dipartimento di medicina legale dell’università. Qui sono custoditi frammenti di organi inclusi in paraffina, sangue e urine di David congelati, nonché un campione di muscolo. Il 15 aprile, prima che vadano persi o distrutti pure questi, il pm si premura di sequestrarli, «ritenuta la necessità di evitare che tali campioni di organi e liquidi biologici possano andare dispersi in quanto risultano indispensabili».

 

[….]

e indagini proseguono. Boni non sembra avere alcuna intenzione di rallentare o rinunciare. Appare talmente determinato da chiedere una ulteriore proroga delle indagini un mese prima che scadano i termini: avrebbe tempo fino al 17 maggio, ma si porta avanti e l’11 aprile 2016 presenta la richiesta.

Il giudice, Roberta Malavasi, autorizza la proroga appena tre giorni dopo. Per Antonella e i legali dei famigliari di Rossi è un ottimo segnale, ciò che cercavano da anni: la giustizia, nella quale hanno sempre creduto, sta tentando di accertare la verità. (…) Le indagini sembrano andare spedite. Ma il 21 aprile Andrea Boni riceve la comunicazione del suo trasferimento, ad appena un anno dal suo arrivo a Siena. Un notevole avanzamento di carriera: il ministero di Giustizia lo nomina procuratore capo di Urbino e lì dovrà prendere servizio a fine giugno. Il fascicolo su David Rossi deve passare di mano.

 

Leggete il resto su:

http://m.dagospia.com/il-suicidio-imperfetto-il-pm-che-indagava-sulla-morte-di-david-rossi-fu-promosso-rimosso-158419