Le Chiese unite di Terra Santa: “Israele minaccia la nostra presenza”

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06 settembre 2017

Attacco ai cristiani di Gerusalemme: l’allarme lanciato da un comunicato ufficiale di tutte le Chiese cristiane in Terra Santa, «sotto minaccia la nostra presenza e le nostre proprietà»

In Israele e in Terra Santa i cristiani si sentono sempre meno sicuri: l’improvviso allarme lanciato da tutte le Chiese cristiane che svolgono a Gerusalemme il ruolo di controllo e protezione dei luoghi sacri dove nacque, crebbe, morì e risorse Gesù Cristo. Ebbene, con un lungo comunicato che qui sotto riassumiamo per sommi capi, le Chiese cristiane lanciano l’allarme all’Occidente e ai vari governi: «A Gerusalemme e’ in atto un tentativo sistematico di minare alla base l’integrità della Città Santa e della Terra Santa, e anche di indebolirvi la presenza cristiana». La denuncia arriva da tutti i capi delle Chiese di Gerusalemme, tra cui il Patriarca Greco Teofilo II, il Patriarca armeno Nouhran Manougian e l’amministratore apostolico della Chiesa Cattolica, l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa. «Ci ritroviamo ancora una volta uniti per condannare un nuovo attacco a questo Statu quo. In questo caso, i capi delle Chiese sono risoluti ed uniti nell’opporsi a qualsiasi azione di qualsiasi autorità o di qualsiasi gruppo che violi le leggi, gli accordi e le regole che hanno governato la nostra vita per secoli», spiegano ancora i capi delle Chiese cristiane dopo il caso del Jaffa Gate (la Porta di Giaffa), ovvero quella sentenza che a luglio contro il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha di fatto limitato il controllo ed esercitato invece da parte del Governo israeliano un maggior controllo che va contro i principi stabiliti nello Status Quo.

 

IL GRIDO D’ALLARME DELLE CHIESE CRISTIANE UNITE

Ricordiamo che in tutti i documenti dell’intero e difficile capitolo sui rapporti tra i cristiani e lo Stato di Israele, lo Status Quo viene inteso come «la situazione in cui si trovano le comunità cristiane nei Santuari di Terra Santa. Situazioni riguardanti tanto la proprietà quanto i diritti che hanno in essi sia da sole, sia in concomitanza con altri riti, al Santo Sepolcro, nella basilica della Natività a Betlemme e alla Tomba della Madonna a Gerusalemme» (fonte, Custodia Terrae Sanctae). Ebbene, la denuncia stilata nel lungo comunicato delle Chiese Cristiane verte proprio sul principio base dello Status Quo; «La sentenza del caso ‘Jaffa Gate’ contro il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, che riteniamo ingiusta, nonché un disegno di legge del Knesset politicamente motivato e che limiterebbe i diritti delle Chiese sulle loro proprietà, sono attacchi aggiuntivi ai diritti che lo Statu quo ha sempre garantito». I cristiani vedono in queste azioni una sorta di limitazione molto violenta dell’integrità della Città Santa di Gerusalemme, con l’obiettivo di minare la presenza cristiana in Israele. «Tali tentativi di sconvolgere la comunità cristiana di Gerusalemme e della Terra Santa non riguardano solo una Chiesa; colpiscono tutti noi e colpiscono i cristiani e tutte le persone di buona volontà in tutto il mondo. Siamo sempre stati fedeli alla nostra missione di garantire che Gerusalemme e i Luoghi Santi siano aperti a tutti senza distinzioni o discriminazioni e sosteniamo all’unanimità queste azioni, ivi compreso l’appello all’Alta Corte contro il procedimento ‘Jaffa Gate’, e ci opponiamo a qualsiasi proposta di legge che limiterebbe i diritti delle Chiese sulle loro proprietà», spiega ancora il comunicato delle Chiese tutte riunite per la difesa e il ripristino di una pace duratura con il potere statale e temporale in Terra Santa. «Noi capi delle Chiese di Gerusalemme restiamo fermamente uniti per lavorare per la riconciliazione e per una pace giusta e duratura nella nostra regione».