La UE tra Macron-Bonaparte e BungaBunga

Deutsche Wirtschafts Nachrichten schernisce il “vaste programme” con cui Macron si è presentato nel guidare il semestre europeo, mentre lui stesso potrebbe non esserci più fra qualche mese avendo perso le elezioni (i sondaggi gli danno solo 3 punti in più della sua contendente, Valérie Pécresse) –

DWN:

“Una piccola selezione di punti importanti del programma di Macron per il continente:

  • L’UE dovrebbe avere una difesa comune. Come è noto, tutti i tentativi precedenti sono andati a vuoto, ma ora Macron vuole mettersi al lavoro, per così dire (anche se non è chiaro come potrebbe essere un esercito europeo). In ogni caso, sarà riconsiderata anche la cooperazione con e all’interno della NATO.
  • La protezione delle frontiere esterne dell’UE deve essere rafforzata. Se un paese ha problemi, come ha recentemente avuto la Polonia con la Bielorussia, si attiverebbe un meccanismo mediante il quale la polizia e l’esercito di altri stati dell’UE verrebbero automaticamente inviati al confine colpito.
  • L’economia deve essere stimolata da ulteriori programmi di investimento da parte dell’UE. In particolare, occorre offrire condizioni migliori alle start-up e correggere il deficit di digitalizzazione dell’Europa. Macron vuole finanziare i programmi con obbligazioni congiunte dell’UE, come è stato fatto con il programma di ricostruzione post-Corona.
  • I prodotti provenienti da paesi che danneggiano il clima dovrebbero essere soggetti a tasse elevate o addirittura a divieti di importazione. Ciò si applicherebbe alla soia brasiliana, ad esempio, perché la foresta pluviale del paese sudamericano viene bonificata su larga scala per liberare aree per la coltivazione della soia.
  • Deve essere avviata una stretta cooperazione economica con l’Africa.
  • E così via, e così via: l’elenco dei progetti pianificati non finisce mai.

In Francia, l’entusiasmo di Macron per l’Europa incontra un particolare scetticismo. Un sondaggio Ifop di dicembre mostra che solo il 29 per cento dei francesi desidera una maggiore integrazione all’interno dell’UE, rispetto al 50 per cento degli italiani e al 43 per cento dei tedeschi. Ricordiamo che sono stati i francesi a rifiutare la creazione di una costituzione europea in un referendum nel 2005.

Presentando i molti piani, si ha l’impressione che Macron stesse esponendo piani al suo pubblico per un periodo di dieci anni piuttosto che un periodo di sei mesi. In caso di fallimento alle elezioni presidenziali, si sta già preparando per una carriera a Bruxelles?”

Fin qui DWN.

Macron si propone come il Bonaparte della UE. L’irrealismo  della sua proposta di riforma totale della UE , il “vaste programme”, spicca ancor più perché non tiene conto – dev’essere stato scritto prima – della salita al potere del nuovo governo tedesco dominato dai Verdi filo-Usa, e della sua adesione da schiavo al progetto americano  di provocare la rottura definitiva dell’Europa con la Russia, sia coll’acquisto di aerei americani invece che euro-francesi (che consente a Berlino di disporre di atomiche americane, riducendo a nulla la “superiorità” nucleare francese), con le provocazioni in Ucraina spinte fino a guerra ibrida e false flag, sia con la sostituzione del gas russo con il gpl americano che arriva sulle grandi navi con le semisfere sui ponti.

In questa svolta ad U dell’Egemone, che apre per noi europei le più allarmanti prospettive belliche, non solo la Francia di Macron si trova impreparata con un programma di sovranità europeista  che l’Egemone non ha alcuna voglia di attuare; l’Italia anche peggio rischia di arrivarci con il Bunga Bunga President: essere di inqualificabile superficialità e leggerezza i cui difetti psichici sono dimostrati dalla stessa vanità senile-infantile della sua auto-candidatura. Più grave, un senza palle: basta ricordare che si è fatto espellere dal governo da una lettera della BCE di Draghi senza lottare, anzi senza reagire; che non ha fatto letteralmente nulla quando gli “alleati” hanno distrutto Gheddafi, il suo supposto “grande amico” con cui solo poche settimane prima firmato nientemeno che un trattato di alleanza che, in teoria, impegnava l’Italia alla difesa del regime libico.

Insomma una macchietta comica alla Alberto Sordi rischia di divenire il più alto rappresentante del Paese mentre si apre una fase di gravissime incognite per la stessa unità europea e rovesciamenti di posizioni di politica internazionale di cui il Bunga Bunga n0n sa e non capisce nulla, non avendo mai mostrato il minimo interesse per altro che la figa e il calcio. Ciò nel momento storico in cui la galassia di destra avrebbe i voti per proporre un candidato “patriota”, serio e credibile . Occasione  che è sciupata dall’accettazione del Bunga Bunga  come candidato comune. Probabilmente, nel calcolo che comunque il Berlusca non avrà i voti sufficienti, e alla quarta votazione si potrà proporre un candidato “condiviso” e finalmente adeguato. Ma attenzione, il Bunga sta telefonando e comprando votanti ad uno ad uno, in una delle sue operazioni di corruzione delle persone di cui è maestro….