El Papa: “Avanti con le riforme!”. Come Mario Monti, Renzi, la Fornero…

Che notizia consolante, vero? El Bergoglio non si tira indietro; non si lascia intimidire; “Vado avanti con le riforme”. Tutti i media, ovviamente, applaudono. Come sempre. Ma stavolta con un motivo in più per i loro applausi. I media, applaudono sempre “le riforme”, e ancor più chi promette o annuncia “riforme”.

Hanno applaudito Monti Mario. Applaudito la “Riforma Fornero”. Applaudono Mario Draghi quando ammonisce il governo a “fare le riforme”. Quando Tsipras, che aveva alzato la testa dall’inferno, vi è stato cacciato da Bruxelles con tutto il popolo greco a fare le riforme, tutti hanno capito e approvato.

E’ un riflesso condizionato. E’ anche che i giornalisti si trovano: è la parola in sé, “riforma”, quella che li fa’ sentire a loro agio, su loro terreno. Il perché non è difficile capirlo: “riforma” è una parola ideologica. Una di quelle parole che si possono riempire di significati come i vol-au-vent di ripieno a piacere: salato, dolce, gorgonzola, tartufo, crema pasticcera… e i media non hanno bisogno di chiedere al cuoco cosa ci vuol mettere dentro; già il solo annuncio di “riforme”  suggerisce e incita  un nervoso e allegro movimento in avanti della “società”, qualcosa di “avanzato”, di “progressisti”, che è equiparato a Nuovo e dunque al Bene. Addirittura un potente può, dopo averle annunciate, esimersi dal farle davvero, le “riforme”. L’utilità maggiore è infatti già nella semplice enunciazione: consente infatti di bollare i propri avversari, o anche solo i propri critici, come “nemici delle riforme”. E il gioco è fatto. I media, come i conformisti-standard, quando sentono una parola ideologica, si allineano d’istinto, sanno in che campo stare. E’ il livello in cui si sentono a casa propria..

Prima, con i papi, non era facile per i media. Una terminologia non ideologica, dogmatica, dove si trattava di fede e dottrina, di verità e Presenza Reale, li metteva a disagio. Adesso finalmente ecco El Papa di tutti loro: un papa che parla “la nostra lingua”. Un Papa che fa’ le riforme, che bello!

Naturalmente i cattolici possono chiedersi, costernati, cosa El Papa metterà nei vol – au -vent:  nozze gay? Comunione ai divorziati, pare certo. . Ma sono così pochi, ormai, i cattolici…

La cosa divertente che che El Papa accusa tutti gli altri di essere “ideologici”. Ha accusato di “ermeneutica ideologica” i francescani dell’Immacolata, nel discorso che a tenuto a loro (a proposito correggo: nel giugno 2014, c’è anche il video  https://www.youtube.com/watch?v=hyxlCj7En8Y)

Anche questo è consueto. Ogni ideologo veramente fanatico ha questo angolo cieco; vede ideologi in tutti quelli che si oppongono alla sua ideologia. E non solo: nega che la sua sia una ideologia. La sua, sostiene, è pura e semplice verità. “Scientifica”, addirittura – per esempio il marxismo, si voleva tipicamente “scientifico”. Oggi, l’ideologia dominante – il liberismo – è un’altra ideologia che nega di esserlo, con tutta la forza dei suoi potenti mezzi: ma quale ideologia, il “mercato” è una misura “oggettiva” di tutte le cose!

Quando il cardinal Martini sbottò che “La Chiesa è indietro di 200 anni”, disse una tipica frase ideologica   da consigliere di zona pd,  di cui un saggio e uno studioso dovrebbe, semplicemente, vergognarsi. La vacuità ed estensione semantica di “indietro” e “avanti”   ha il suo uso nella polemica partitica più vieta.  El Papa Bergoglio telefona un giorno su due ad Eugenio Scalfari: fa’ una scelta ideologica. Scalfari non sta nelle periferie esistenziali, è un vecchio e potente miliardario ammanicato con tutti i poteri che contano. E poi, questo che spiffera quel che il Papa gli ha detto, sì che la sala stampa Vaticana debba poi smentirlo, non dovrebbe consigliare di non chiamarlo più? Macché, lui lo chiama per fargli dire quel che che gli ha detto, potendo poi disconfermarlo. Mica smentirlo , attenzione.

L’ultima , il decrepito miliardario ha rivelato che il Papa gli aveva telefonato un’altra volta, incavolato nero perché al Sinodo non era andata come aveva tramato lui, e gli aveva detto: “Alla fine, lentamente o velocemente, tutti i di divorziati saranno ammessi (alla Comunione)”. Padre Lombardi, poche ore dopo: le parole del Grande Giornalista “non sono per nulla affidabili”, e “non possono essere considerate pensiero del Papa”.

“Intellettualmente inadeguato”

Scusate, ma ci prendete per scemi? A che gioco gioca El Papa? Non l’hanno chiesto i nostri media, ma l’autorevole New Spectator, britannico. “E’ la quarta volta che (El Papa) ha scelto di dare un’intervista che si affida alla sua memoria novantenne (Scalfari, dice, non prende appunti, ndr.)”: e giù a ricordare la volta che Scalfari scrisse che il Papa gli aveva confidato che i pedofili nel clero sono “il 2%, fra cui vescovi e cardinali, e il povero padre Lombardi aveva dovuto pulire..”. Per poi rievocare i sotterfugi e le manovre che Bergoglio aveva messo in atto per strappare dal sinodo il risultato previamente (ed ideologicamente) voluto da lui; di come non abbia difeso il cardinal Pell dalla calunniosa accusa di aver sperperato denaro dei fedeli per il suo appena nato ufficio di revisione dei conti (quei 500 mila euro diventano ben poca cosa, se non si dimentica che 292 mila sono gli stipendi di 12 persone – e le spese di mobili sono per le scrivanie che mancavano…), poi il cattivo e poco misericordioso carattere: “Non nasconde il disprezzo che ha per la propria Curia. Favorisce i suoi amici e punisce i suoi nemici…Fa’ persino capire di non essere d’accordo con gli insegnamenti della propria Chiesa”.

La conclusione della pubblicazione britannica è “intellettualmente inadeguato”. Rischia di “essere l’uomo che ha ereditato il papato e l’ha rotto”.

Intellettualmente inadeguato anche a fare le riforme…Un po’ come si rivelò Mario Monti, direi. Come delegato dei poteri sovrannazionali, Monti si rivelò un delegato sub-prime. Adesso stiamo andando all’Apocalisse con un Papa sub-prime. Una grottesca caricatura di Pietro per i tempi ultimi…Cosa abbiamo fatto per meritarcelo?

Renzi è già persino meglio, per come parla di riforme e cerca di gabellarcele, addirittura come già avvenute. Qualcosa in comune hanno, però, i due utenti di terminologie ideologiche: Renzi se la prende coi “gufi”, El Papa coi  “corvi”, oltre che scribi e farisei. L’ideologo evoca sempre qualche uccello del malaugurio che gli vuol male, che gli rema contro (i soldi, o per comunque abietti motivi), perché è cattivo, è un Giuda, un riccone…lui quando sta’ male chiama lo specialista più costoso (non necessariamente il migliore, ma il più caro) e lo fa’ mandare a prendere in elicottero, nemmeno fosse Warren Buffett; però i giornali ripetono che El Papa “vive in 50 metri quadri”..e lui accusa gli altri. “Puoi avere quanti soldi vuoi, ma sei vuoto”. I documenti trafugati? “Io stesso avevo chiesto di fare questo studio” (una mezza ammissione), ma sia chiaro: “Ru-ba-re è un reato”, dice. Ormai pienamente orizzontale, nemmeno gli passa per la testa di ricordare che “rubare è un peccato”. Reato, vuoi mettere, è molto più grave, per uno che fa’ “le riforme”.

E lo vedrete a dicembre, quando i poteri mondialisti apriranno la gran conferenza sul clima, pretesto per ulteriori abolizioni coercitive della sovranità nazionale: El Papa ha già fatto loro il servizio con quella sua sub-enciclica di 200 pagine, è una bomba ideologica per la globalizzazione e il governo mondiale…Lui ci andrà e sarà un’orgia di parolame ideologico.

Chiesa povera per i poveri? Ma…

 

L’ultima per il momento è questa: eseguita la “purga” e cacciato il consiglio d”amministrazione dell’ospedale vaticano Bambin Gesù (dove sarebbero avvenute le malversazioni raccontate nei libri scandalistici dal Papa reclamizzati), incarica il Parolin di nominare nuovi amministratori. Più adatti alla sua Chiesa senza scialo, “povera per i poveri”, gente che capisce la sua volontà riformatrice. Esulta Radio Vaticana: “Si volta pagina” (una locuzione alla Renzi). E come? Nel Cda, eccoti i poveri fra i poveri, le personalità votate alle periferie esistenziali: Ferruccio De’ Bortoli  e Anna Maria Tarantola. Ora, vedete voi se può esserci una scelta più ideologica; due potente vissuti sotto l’ala protettrice di laicissimi di poteri forti che più forti non si può.

Una è la Tarantola, l'altra è Monti
Una è la Tarantola, l’altra è Monti

Piccolo particolare, si tratta di due incompetenti totali nelle passate altissime poltrone che hanno ricevuto da detti poteri forti. De Bortoli, come direttore del Corriere della Sera, ha guidato con mano sicura il giornale ex primo d’Italia verso l’emorragia più grande di lettori della sua storia, e verso il grigiore più plumbeo. La Tarantola, dalla rigida permanente, è stata da detti poteri salvata dei disastri che compì in Banca d’Italia (ufficio vigilanza, una brutta faccenda di “derivati tossici” e di regali ricevuti da Fiorani, roba da incriminazione) mettendola alla Rai. Che abbia fatto della Rai qualcosa di meglio di come la trovata, o che vi abbia lasciato un segno qualunque di buona gestione, è cosa che tutti possono vedere. Sono due nullità che non hanno fatto nulla, e strapagate.  Il Papa ”delle riforme” non poteva privarsi di sì alte vacuità, di così solenni cretini, rispettatissimi però dai conformismo mediatico e dai salotti buoni. Quante centinaia di migliaia di euro ha offerto a questi due laicissimi pirlaccioni e parassiti, per strapparli ai salotti buoni? Perché costano.

Viene dalle periferie esistenziali
Viene dalle periferie esistenziali

Le poverissime,   le perseguita

Frattanto, il Riformista ha dato ordine al duo Aviz & Carballo di commissariare (ossia di sopprimere) anche il ramo femminile dei Francescani dell’Immacolata, mitissime centinaia di giovani vergini consacrate. Ma su questo do la parola al vaticanista Marco Tosatti de La Stampa, perché non si dica che sono io ad esagerare:

La motivazione addotta per commissariare le suorine: non sono riuscite “ad assimilare adeguatamente ed applicare nel contesto della propria vita e missione apostolica le ricchezze dell’insegnamento conciliare e del successivo magistero papale sulla vita consacrata”.

L’accusa e il fraseggio hanno un tal puzzo di ideologia, che il Tosatti li commenta così:

I processi di ogni regime totalitario ci hanno insegnato che più vaga è l’accusa (“attività contro il popolo”) tanto più difficile, se non impossibile difendersi. E vista dall’esterno un’accusa del genere, rivolta a persone che vivono una vita realmente povera, seguendo San Francesco e Massimiliano Kolbe, che praticano ore di devozione eucaristica al giorno (quanti religiosi, anche molto a la page oggi, lo fanno?), ha un sapore quasi irreale.

Se poi vediamo quella che è la realtà nella Chiesa, anche i più entusiasti a parole delle esortazioni di papa Francesco, fra diocesi e ordini religiosi in bancarotta, porporati accusati di aver protetto preti e vescovi pederasti, seminari in cui succede di tutto e di più, da persone ahimè esperte del mondo non si può non chiedersi: ma che cosa avranno fatto mai queste tre/quattrocento suorine? (Identica domanda, senza risposta, la ponemmo molto tempo fa per il ramo maschile).“

http://www.lastampa.it/2015/11/09/blogs/san-pietro-e-dintorni/ffi-vaticano-colpisce-ancora-rEXgL8e4bx7ipKkUn6fEjI/pagina.html