ALEPPO PRESTO LIBERA. TAGLIATE LE VIE DI RIFORNIMENTO TURCHE AI TAKFIRI

The Syrian Patriot

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Per chi non fosse al corrente della reale situazione sul terreno di battaglia in Siria, visto che i media italiani fanno piú che altro disinformazione e propaganda, presento semplicemente alcune mappe dei campi di battaglia siriani, accompagnandole con brevi spiegazioni.

 

Infatti, giá nella foto n. 1 potete vedere alcuni di questi poveri rifugiati dare ordini dal tettuccio di un veicolo (presumibilmente un trattore o un buldozer), attrezzati di tutto punto con fucili automatici a tracolla e pistole alla cintola.

 

Nella foto n. 2 invece, quella dove si vede un bambino dallo sguardo stravolto camminare mano nella mano con un adulto, l’accompagnatore che gli tiene un braccio sulla spalla indossa scarponi e pantaloni militari, ma quello che gli da’ la mano é completamente vestito in abbigliamento mimetico classico, con addirittura in evidenza il giubbotto, quello sotto la giacca, con le tasche per portare munizioni, bombe a mano e radiotrasmittenti.

 

Nella FOTO 1 si puó vedere il quadro generale (abbastanza corrispondente, almeno per la provincia di Aleppo) delle forze in campo. In realtá il territorio sotto controllo Siro-Russo é piú ampio, ma ho scelto questa mappa perché é stata rilasciata dal Washington Post, testata  certo  non pro-Assad e che quindi a maggior ragione accredita la situazione militare intorno ad Aleppo, sino a metá-fine gennaio 2016.

FOTO 1-Aleppo general map
FOTO 1

 

Notare bene come le forze siriane regolari abbiano giá circondato Aleppo, ma senza ancora aver raggiunto il territorio curdo di nord-ovest, in modo da tagliare le vie di rifornimento per le bande terroristiche ancora all’interno della parte occupata della cittá di Aleppo.

Nella FOTO 2 invece si vede meglio e nei particolari come si stia stringendo la morsa intorno ad Aleppo, con le forze armate siriane che avanzano dal sud-ovest verso il nord-est curdo.

 

FOTO 2-Aleppo liberation map-1 febbraio 2016.png

FOTO 2

 

Si vedono chiaramente le bandierine che contraddistinguono le forze siriane (rosse-bianche-nere con 2 stelle verdi) da quelle curde (gialle-rosse-verdi), a nord-ovest della Siria alleate nel contrastare sia Daesh-ISIS (nere con logo rotondo bianco arabo) che le bande affiliate ad al-Qaeda (Jabhat al-Nusra, Ahrar al-Sham, Ajnad Al-Sham, Jeish al-Fateh, Jaish al-Islam…e compagnia bella: piú sono le denominazioni, maggiori sono le possibilitá di avere credibilitá e soprattutto denari e armi dal regime USA...).

 

Altre bandierine sono quelle gialle di Hezbollah, sempre affiancate a quelle siriane, e varie con simboli arabo-islamici che contraddistinguono le bande terroristiche sopra citate.

Il contenimento delle brigate mercenarie-terroristiche, sia di Daesh a nord est, che degli alqaedisti a ovest (entrambe riforniti di armi, cure e vettovaglie da Turchia, sauditi e americani, specie dall’Iraq dalla provincia di Ramadi) viene effettuato sul terreno da unitá di Hezbollah insieme alle Forze Siriane della Difesa Nazionale e dell’Esercito Arabo Siriano (Syrian Arab Army), con copertura aerea prevalentemente da parte dell’aviazione militare di Mosca, ma anche siriana.

Infine, nelle FOTO 3 e FOTO 4 vediamo la morsa che si stringe con successo intorno ad Aleppo. Ogni giorno vengono ri-conquistati nuovi villaggi e postazioni strategiche (oggi una collina che domina su Aleppo), e vengono consolidati controllo e sicurezza, riportato sollievo alla popolazione sin’ora usata come ‘scudo umano’, mentre i terroristi superstiti battono in ritirata e i piú fortunati di loro raggiungono il confine turco. (vedi foto allegate)

Come si vede bene nelle mappe delle foto 3 e 4, le forze siriane e curde si sono incontrate, é stata tagliata la rete di approvvigionamenti ai terroristi che si trovano ancora all’interno del perimetro di Aleppo, e si stanno stritolando lentamente le sacche di resistenza terroristica, quelle della cosiddetta (dagli americani e loro servi) ‘opposizione moderata’, raggruppamenti di tagliagole, ladri, saccheggiatori, stupratori, schiavisti e assassini di varie nazionalitá.

L’incrementarsi degli attentati terroristici in Siria, particolarmente cruenti di questi giorni, e la farsa del rifiuto, da parte della finta opposizione filo-turco-saudita, di proseguire con i ‘colloqui di pace’ a Ginevra-3, sono stati un cinico e criminale tentativo di rallentare e resistere all’avanzata delle forze di Damasco e alleate, con la vaga speranza di modificare le sorti della battaglia o delle trattative.

Ma la strategia e tattica siro-russa, unite alla determinazione e motivazione dei soldati siriani, padri e figli, ma anche madri e figlie, dell’Esercito Arabo Siriano, con la loro passione e amore per la propria storia e terra, sono e saranno sempre l’arma invincibile di fronte alla quale dovranno arrendersi le orde  di novelli Hashshashins wahhabiti al soldo straniero.

É di poche ore fa la dichiarazione congiunta Russo-Americana per un cessate il fuoco tra le parti, entro una settimana, che non esclude peró il poter continuare a combattere contro al-Nusra, Daesh-ISIS e le bande al-qaediste affiliate, sino alla loro capitolazione e disintegrazione totale.

 

NOTA: Quello che non é troppo chiaro é: ma se tutte le parti che combattono in Siria contro il governo di Damasco, sono in un modo o in un altro organizzazioni terroristiche, o affiliate a riconosciute organizzazioni terroristiche, (contro le quali é stato dichiarato ufficialmente che é lecito continuare a combattere), per chi dovrebbe valere questo “cessate il fuoco”?!?

 

Questo, anche se va preso con molta diffidenza e mantenendo la guardia sempre alta (perché ci si puó fidare delle promesse USA come di un serpente a sonagli nelle mudande), é pur sempre un segnale della sconfitta del progetto americano (diretto dalla Israel Lobby ben radicata a Washington e al Pentagono) di riportare la Siria all’etá della pietra, come purtroppo giá fatto con la Libia del Colonnello Gaddafi.

La guerra non é finita, ma questa battaglia é stata vinta.

Ora staremo a vedere cosa si inventeranno gli “eletti strateghi globali” per conseguire comunque quegli obiettivi per loro considerati irrinunciabili.

A Damasco lo sanno, e a Mosca pure … figurarsi a Teheran…

(SyrianPatriot – http://www.syrianfreepress.net ~ http://www.warpress.info)

 

FOTO 3 FOTO 3-Aleppo liberation map-10 febbraio 2016

 

 

 

 

 

 

 

 

FOTO 4

FOTO 4-Aleppo liberation map-11 febbraio 2016

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I “poveri rifugiati” su cui piange la Rai: terroristi

In molte foto come queste (che i media italiani-europei non vi faranno mai vedere) si possono chiaramente notare giovani uomini che premono, a ridosso del confine turco, in fuga dalle aree intorno Aleppo, i quali indossano indumenti in tessuti mimetici militari, inusuali per persone in fuga da zone di guerra, che proprio per tale abbigliamento potrebbero diventare facili bersagli di cecchini: a meno che i cecchini non siano invece proprio loro…

Men on a roof of a vehicle gesture as Syrians fleeing the northern embattled city of Aleppo wait on February 5, 2016 in Bab-Al Salama, next to the city of Azaz, northern Syria, near Turkish crossing gate. Nearly 40,000 Syrian civilians have fled a regime offensive near Aleppo, a monitor said, as Turkey warned it was bracing for a wave of tens of thousands of refugees. / AFP / BULENT KILIC

Anche nell’ultima foto, la n. 3, quella con un gruppo di uomini che prende d’assalto la cinzione di frontiera con la Turchia, spuntano vestiti che non si addicono ad un civile in fuga, il quale per nulla al mondo vorrebbe essere scambiato in tale frangente per un miliziano.

Ma forse questi giovani ‘poveri rifugiati’ desiderano invece proprio sottolineare la propria appartenenza a gruppi militari (di mercenari), come per dire agli amici di frontiera turchi:
“Vedete, siamo dei vostri, siamo quelli che hanno combattuto per voi, distrutto cittá e villaggi, saccheggiato fabbriche e fattorie, massacrato e terrorizzato la popolazione siriana, proprio come volevate voi, per spingerla alla fuga e farne tanti rifugiati: piú rifugiati, piú soldi dall’EU”.

SYRIA-TURKEY-UNREST-REFUGEES

E invece Erdogan li ha fregati, preferendo lasciarli lí, sotto i riflettori, per farne delle vittime dei ‘bombardamenti russi’ e reclamare ‘zone cuscinetto’, ‘no-fly-zone’, aiuti umanitari, la costruzione di altri campi profughi di confine (quindi piú dollari ed euro nelle casse turche da gestire).

Non si capisce se é Erdogan che ha imparato da ‘Roma Capitale’, o viceversa. O forse invece é un vecchio giochetto, che noi abbiamo scoperto solo di recente.

SYRIA-TURKEY-REFUGEES-UNREST

Quindi state certi che le minacce di Erdogan, quelle di inviare in Europa tutte le migliaia di rifugiati presenti sul territorio turco, sono solo aria fritta: perché i rifugiati rendono, e il predone ottomano lo sa bene.

(SyrianPatriot – http://www.syrianfreepress.net ~ http://www.warpress.info)