“Lo scontro in atto non è di natura politica, ma soprannaurale”

Maria e il serpente –

Danilo Quinto – 21 agosto 2019

Il 9 agosto, il giorno dopo il comunicato con il quale Salvini annuncia il deposito da parte della Lega di una mozione di sfiducia al Governo, un uomo venuto dalla fine del mondo – dall’Argentina, che non è troppo lontana, visto che ci sono gli aerei e lui ne ha presi tanti in questi sei anni, ma mai quello per Buenos Aires, chissà perchè? – dà una lunga intervista a La Stampa, nella quale si occupa delle sfide per l’Europa. Proprio lui, che nel 2016 ha ricevuto il Premio Kalergi o altrimenti detto Premio Internazionale Carlo Magno di Aquisgrana.

«Tutta brava gente coloro che sono stati premiati con questo premio», scriveva Maurizio Blondet il 27 settembre 2016. «Fu Kalergi», aggiungeva Blondet, «a lanciare l’idea degli Stati Uniti d’Europa: Altiero Spinelli venne molto dopo. Fu Kalergi, nel 1955, a proporre l’Inno alla Gioia di Beethoven (dalla nona sinfonia) come inno ufficiale dell’Unione europea, che in seguito venne adottato. Fu Kalergi, aiutato da Robert Schuman, Ministro degli Esteri francese, ad assegnare la gestione della produzione di acciaio, ferro e carbone ad una sovranità sovranazionale, sotto la direzione dei primi euroburocrati non eletti da nessuno: i famosi commissari europei. Fu Kalergi a mandare i primi memorandum ai governi di Italia, Francia, Germania e Regno Unito, negli anni ’60, perché adottassero una unione monetaria». Fu Kalergy a teorizzare il meticciato e la sostituzione della popolazione europea con l’apporto di masse di uomini provenienti da aree geografiche estranee alla storia, alla cultura, all’identità cristiana dell’Europa.

Perchè questo disegno? Lo spiegò l’uomo vestito di bianco nel suo discorso del 2016, quando disse:

« (…) Questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di “aggiornare” l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare».

Il nuovo umanesimo – una categoria che appartiene all’impianto teorico della Massoneria – si fonda con la capacità di aggiornare l’idea di Europa, accogliendo e integrando i migranti, dialogando con loro senza chiedere la conversione (e se questo lo fa un uomo che siede sulla Cattedra di Pietro è tutto dire), capaci di generare, cioè di copulare con le femmine europee (che non fanno più figli perchè la cultura dell’aborto ne ha sterminati in Europa qualche centinaia di milioni nello spazio di qualche decennio e l’uso massivo dei sistemi contraccettivi ne impedisce la nascita), che diventano pasto di consumo per la creazione di una nuova razza.

Poi, nella stessa intervista, l’uomo che è venuto dalla fine del mondo si occupa – ed è inevitabile, considerata la sua propensione ad interessarsi delle migliorie tecnologiche dei condizionatori d’aria o della raccolta differenziata, come ha scritto mirabilmente nella sua tanto apprezzata Laudato sì – dell’emergenza ambientale. Cioè di quelle fandonie dell’establishment mondiale, che avrebbe a cuore (sic!) la tutela della salute della popolazione e non le migliaia e migliaia di miliardi dollari che si produrrebbero se la questione dei mutamenti climatici, che si suppone siano prodotti dall’attività umana, diventasse politica prioritaria degli Stati. Tanto che le lobby che si contendono quest’enorme business seguono con grande interesse le manifestazioni pubbliche organizzate dal fenomeno Greta e dal suo entourage.

Infine, l’intervista dell’uomo vestito di bianco propone il colpo finale: i pericoli legati al sovranismo. Il papa argentino afferma: «Il sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre. Pericolosi anche i populismi: una cosa è che il popolo si esprima, un’altra è imporre al popolo l’atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, ‘ismi’, non fa mai bene. È un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934».

L’obiettivo è delineato: è Matteo Salvini nel mirino, come lo è stato per un anno e mezzo da parte dell’informazione mainstream e da parte dei poteri forti, italiani ed internazionali, che temono che l’Italia riconquisti la sua dignità, la sua libertà e la sua sovranità nei confronti dell’Europa e del resto del mondo. Non vogliono che si frapponga nessun ostacolo al loro disegno di fare di una Terra benedetta da Dio – che ha voluto che proprio in Italia risiedesse fino alla fine dei tempi il successore di Suo Figlio – una Terra sconsacrata e senza Dio.

Salvini ha una grave colpa da scontare: è stato l’unico a porre al centro della sua azione politica l’emergenza dei clandestini che vengono trasportati dalle navi delle ONG nel nostro territorio. Un business di dimensioni allucinanti, che coinvolge organizzazioni criminali e quel mondo di mezzo, che ha visto fortemente ridimensionati nell’ultimo anno e mezzo i suoi sporchi affari.

Il dado è tratto. Dopo l’intervista, si mette in moto la macchina diplomatica del Vaticano, che attraverso il Segretario di Stato, il cardinale Parolin (non ne abbiamo le prove, ma è legittimo supporlo) manda segnali, fa incontri, detta la linea da seguire. Eliminare Salvini dalla scena politica. E’ come prendere due piccioni con una fava. Salvini, in Italia e in Europa, è l’alter ego del Presidente degli Stati Uniti, che in questo momento è il maggiore nemico dell’uomo vestito di bianco, con le sue politiche sovraniste, di cessazione del dialogo con l’Europa, di riaffermazione nel suo Paese – pur con tutte le sue contraddizioni – dei principi cristiani a favore della vita e contro l’aborto, della sua idea di restituire agli americani la possibilità di difendersi da un’immigrazione incontrollata e potenzialmente esplosiva.

Salvini, per l’uomo vestito di bianco, è responsabile di di un peccato gravissimo, che non si può perdonare. Lui in piazza, più volte, ha esibito il Rosario. Ha chiesto la protezione per l’Italia della Santa Vergine Maria.

Guai a nominare Maria! I Vescovi si scatenano. Gli stessi Vescovi – che benedicono i Gay Pride o che promuovono preghiere comuni con i musulmani nelle Chiese cattoliche o che fanno occupare le Chiese dai poveri per offrire loro pranzi e cene, oltraggiando la Casa del Signore e facendo credere che la condizione di povero, in quanto tale, porti alla salvezza eterna – al nome di Maria sobbalzano. Gridano contro Salvini. Cosa c’entrano i simboli religiosi con la politica?, dicono i Vescovi, preoccupati che i cattolici s’interroghino sul fatto che un leader politico chieda per il suo Paese la protezione della Madre di Dio e che i cattolici votino quel leader politico, invece di votare quei partiti – come loro suggeriscono – composti da donne e uomini miscredenti, che hanno fatte strame negli ultimi decenni delle leggi di Dio.

La Madonna fa paura. Vi ricordate cosa disse l’uomo vestito di bianco il 10 giugno 2014 durante l’incontro che tenne con i Francescani dell’Immacolata, accompagnati dall’allora Commissario? Ecco quello che disse:

«Vorrei dirvi ufficialmente una parola. Il vostro carisma è un carisma singolare. C’è lo spirito di san Massimiliano Kolbe, martire. C’è lo spirito di san Francesco: l’amore alla povertà, l’amore a Gesù Cristo spogliato, perché lui ha sposato la Chiesa povera e Cristo spogliato, non la povertà astratta. Ma c’è un’altra cosa che a me fa capire perché il mondo è tanto arrabbiato contro di voi: la Madonna. C’è qualcosa che il mondo non tollera. Questa è un’interpretazione mia, poi voi potreste dire: ‘è una considerazione pietosa, vecchia e pietosa’. Ma io credo a questo. [Il mondo] non tollera la Madonna, non tollera e non tollera di più quella parola del vostro nome: Immacolata. È stata l’unica persona solamente umana nella quale lui sempre ha trovato la porta chiusa, dal primo momento».

Chi è lui? Lo scopriamo con le parole conclusive:

«Non tollera. Ma pensate anche il momento che voi vivete adesso come una persecuzione diabolica. Pensatela così. Questa non è un’idea di pietà per conformarvi. No, sono sicuro». Poco prima aveva detto: «Io conosco i motivi di questo trasferimento e mi sembrano giusti. Prima di prendere la decisione sono stato consultato dalla Congregazione e io ho detto sì, perché questo sia chiaro: sono io il responsabile…».

Era lui il responsabile del decreto dell’11 luglio 2013, firmato su suo mandato dal cardinale João Braz Card. de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, che decretava il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, di quei frati che amano la Madonna.

La Madonna fa paura. Ha fatto paura anche al premier Conte, devoto di Padre Pio, si dice, che ha rimproverato Salvini di aver usato in pubblico simboli religiosi, il Rosario, perchè questo gesto lederebbe la libertà religiosa. Mentre Conte parla – ed è l’ultimo di una serie di attacchi al suo Vice-Presidente del Consiglio con il quale ha lavorato per oltre 14 mesi, ma che ora viene considerato irresponsabile, incosciente, curatore di interessi di partito, ecc., ecc., quasi fosse un assassino, un vero e proprio linciaggio – Salvini prende dalla sua tasca il Rosario, lo porta alla bocca e lo bacia. Un fare quasi furtivo, ma di cui non può fare a meno, forse per affidarsi a Colei che lo può proteggere da quella sequela di insulti e offese che ha ascoltato e nei confronti delle quali – e questo lo può fare solo una persona che da peccatore coltiva la sua fede – rimane impassibile. Chiama Conte amico mio, come deve fare un buon cristiano di fronte a chi gli è nemico.

Ma Salvini va ancora più in là. Nel suo intervento risponde a Conte con queste parole: «Mi permetta signor Presidente, lei fa un torto ai cattolici italiani quando pensa che votano in base a un Rosario e io sono orgoglioso di credere e di testimoniare con il mio lavoro il fatto che credo e non ho mai chiesto per me la protezione, ma per il popolo italiano e finché campo chiederò la protezione del Cuore Immacolato di Maria perché questo è un Paese che merita tutto e non me ne vergogno di consegnare nelle mani di Maria il destino del popolo italiano. Non me ne vergogno». Si vedono, sullo schermo, visi arrabbiati, furiosi, minacciosi, ma Salvini non si scompone. Aggiunge che lui vuole «un Paese libero e sovrano con figli e una mamma e un papà», cita Giovanni Paolo II e di fronte alle proteste dei post-comunisti, dice: «Bè, che c’è? Voi citerete Saviano e io San Giovanni Paolo II… posso essere libero di rifarmi alle opere, alla vita e ai miracoli di chi meglio ritengo?».

Mai in un’aula parlamentare era stato citato il CUORE IMMACOLATO DI MARIA. Salvini ha avuto il coraggio di farlo, ispirato sicuramente dallo Spirito Santo. Onore a Matteo Salvini. Solo il CUORE IMMACOLATO DI MARIA può salvare l’Italia dalla dittatura del pensiero unico e dalla dittatura dell’ideologia comunista – che ha prodotto Bibbiano, di cui non si può e non si deve parlare – che opprime questo Paese da 70 anni, che è stata protagonista di tutte le leggi anticristiche contro la vita e la famiglia approvate negli ultimi decenni.

Io, da cattolico, sto con Salvini e mi prendo la responsabilità di dire ai cattolici, se amano l’Italia e se amano il CUORE IMMACOLATO DI MARIA, di stargli accanto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Rimaniamo uniti spiritualmente, cari amici. Continuiamo insieme a pregare e non smettiamo di recitare insieme il Rosario, giorno e notte, per proteggere l’azione politica di Matteo Salvini, politico e credente e finchè non sarà data al popolo italiano la possibilità di esprimersi con il loro voto. Ci sarà da combattere, ora e da soffrire, ma con gioia. L’Italia sarà liberata.

Lo scontro in atto non è terreno. E’ di natura soprannaturale. E’ tra Dio e mammona. E’ tra Maria e il serpente. Il Cuore Immacolato di Maria, trionferà.

Se volete aderire a questa catena di Rosari giorno e notte per liberare e salvare l’Italia, scrivete a pasqualedanilo.quinto@gmail.com o visitate la mia pagina Facebook (www.facebook.com/pasqualedaniloquinto/) o il sito di Crux Fidelis (www.cruxfidelis.it).

Santa Giornata, amici. Ave Maria, Danilo Quinto

P.S. Dio o mammona è il titolo del mio ultimo libro. Se volete acquistarlo scrivete a pasqualedanilo.quinto@gmail.com